Cesidio Di Ciacca: l’intervista

Cesidio Di Ciacca intervista

Terzo appuntamento con la rubrica “inCantina intervista”: stavolta l’ospite è Cesidio Di Ciacca, proprietario dell’Azienda “I Ciacca” di Picinisco (FR)

Questo terzo appuntamento con la nuova rubrica “inCantina intervista” ha come protagonista Cesidio Di Ciacca, proprietario dell’Azienda Agricola e Vitivinicola “I Ciacca” di Picinisco, in provincia di Frosinone, in quella regione geografica che corrisponde al nome di Ciociaria. Entrando ancora di più nel dettaglio: la zona è quella della Valle di Comino, al confine tra Abruzzo, Lazio e Molise, all’interno dell’omonimo Parco Nazionale.
Lo abbiamo contattato per farci raccontare la sua affascinante storia e quella della sua impresa finalizzata alla (ri)nascita dell’antico borgo che porta il nome della sua famiglia, ora sede dell’omonima Cantina.
Cesidio Di Ciacca è nato e cresciuto in Scozia e si è trasferito definitivamente nella terra di origine dei suoi avi solo qualche anno fa. Parla un buon italiano e scrive discretamente bene nella nostra lingua; abbiamo quindi deciso di lasciare le sue risposte così come ce le ha inviate, limitandoci a correggere, ove necessario, solo l’indispensabile, per una corretta comprensione dei concetti espressi
Buona lettura.

Salutiamo Cesidio Di Ciacca e lo ringraziamo per averci dedicato un po’ del suo tempo per questa intervista. Con le nostre domande vorremmo provare a tracciare un cammino che segua le tappe più importanti della tua storia e di quella della tua famiglia. Non partiremo dall’inizio ma ci arriveremo attraverso alcuni “balzi temporali”. Iniziamo da te, Cesidio: potresti raccontarci dove sei nato, che percorso di vita e crescita hai fatto, quali sono stati i tuoi studi, il tuo lavoro, in che luoghi sei cresciuto?
Sono nato e vissuto in Scozia, in un piccolo paese di pescatori a 15 km da Edimburgo, dove i miei nonni hanno portato papà quando aveva pochi anni. Là hanno creato una gelateria e un negozio di “Fish and Chips”. Sono il primo di otto figli. Ho lavorato nella gelateria ma i miei genitori insistevano che la formazione è importante per permetterci di poter fare delle scelte nella nostra vita. Quindi ognuno di noi figli si è laureato. Io ho presso la strada della Giurisprudenza ma sempre nell’ambito commerciale. Ho scritto e redatto contratti, dai più semplici fino a quelli molto complessi, per imprenditori operanti nelle attività immobiliari, per le banche, per la Borsa e anche per il mondo del Calcio. Per 30 anni ho lavorato esclusivamente per 5 clienti in settori diversi come consulente, consigliere, amministratore e anche socio. Ho concluso tutti i vari business nel 2007 prima del crollo economico.

La tua famiglia è di origini italiane, precisamente del comune di Picinisco, in provincia di Frosinone, nella parte meridionale del Lazio, al confine con Abruzzo e Molise. Così radicata nel territorio, per secoli, da aver dato il nome a una frazione (o borgo) del comune stesso: “I Ciacca”, appunto. E’ corretto? Quando è avvenuta l’emigrazione dei tuoi parenti? Che periodo storico era? Quali furono i motivi e perché scelsero come destinazione proprio la Scozia?
I genitori di papà erano di Picinisco (entrambi proprio del borgo “I Ciacca”) dove, secondo i registri dei battesimi della Chiesa di S. Lorenzo, la famiglia ha vissuto e lavorato per almeno 500 anni. La mamma di mamma è nata a Cerasuolo (comune di Filignano, nella provincia di Isernia, in Molise; N.d.R.), a soltanto 25 km da Picinisco. Il mio nonno materno era irlandese.
La storia dell’emigrazione dal Regno delle Due Sicilie (del quale anche il territorio di Picinisco faceva parte; N.d.R.) è molto complessa e anche quella della mia famiglia lo è. Forse sarà sufficiente dire che una parte della famiglia è partita al tempo dell’unificazione d’Italia, recandosi prima in Francia e poi a Londra; alcuni sono tornati a I Ciacca, altri sono andati tre volte in America prima di tornare e poi finalmente si sono trasferiti in Scozia. E’ chiaro dal diario di Nonno Cesidio (e anche delle foto di famiglia) che lui, nonna e anche papà e le sue sorelle sono tornati spesso per fare la vendemmia e la nostra famiglia mai ha dimenticato le proprie radici.


Cesidio Di Ciacca - Nonni

Cesidio Di Ciacca – Nonni

La storia dell’emigrazione dal Regno delle Due Sicilie (del quale anche il territorio di Picinisco faceva parte; N.d.R.) è molto complessa e anche quella della mia famiglia lo è
(Cesidio Di Ciacca, estratto dall’intervista)

Apriamo una piccola parentesi: ti andrebbe di descrivere brevemente, a beneficio di chi non la conosce, la tua Terra di Origine, la Ciociaria e ancor di più la Valle di Comino?
La Valle di Comino si trova a metà strada tra Roma e Napoli. E una valle pulitissima, genuina, vera, che ha sofferto tanto dell’impatto dell’emigrazione e della seconda guerra mondiale (qua si trovava la Linea Gustav). Comunque, alla fine, gli italiani emigrati in tutto il mondo tornano sempre dalla loro diaspora.
Fino al Risorgimento era una parte del Regno delle Due Sicilie, la provincia era quella della “Terra di Lavoro” (poi smembrata da Mussolini nel 1920 tra Lazio, Abruzzo, Molise e Campania). Il nome dice tutto. Adesso l’unico ricordo è che Picinisco costituisce un’entrata principale al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Picinisco si trova a 725 mt. s.l.m. e il Borgo I Ciacca a 600 mt. s.l.m. Il monte “La Meta” e l’unico posto dal quale, quando il meteo lo consente, si può vedere sia il Mar Adriatico che il Tirreno.

Torniamo alla Storia. Dopo l’emigrazione cosa accadde al Borgo “I Ciacca”? Si spopolò pian piano fino a diventare completamente disabitato?
Si. Al nostro ritorno abbiamo trovato 6 forni e credo che circa 60-70 persone avevano abitato li. Il borgo si è spopolato in 3 ondate: prima del 1900, dopo la Prima Guerra Mondiale e nel 1960. L’ultima parente stretta è stata la mia bis-zia Immacolata, deceduta ne 1969; poi c’era anche un’altra famiglia. Il borgo è rimasto totalmente disabitato dal 1970. Abbandonato alla natura. Alla fine era diventato impossibile entrare da qualsiasi parte a causa dei rovi.

Tu e i tuoi genitori, di tanto in tanto, tornavate in Italia, magari per le festività o per le vacanze? Mantenevate un legame diretto con il vostro paese?
Nonna Marietta, fino alla sua morte, è tornata spesso e rimaneva per 2/4 mesi. Portava sempre con se uno o due nipoti. Per i miei genitori, invece, tra la famiglia e la gelateria, era molto difficile tornare. Da quando mi sono sposato sono venuto in visita quasi ogn’anno (almeno per salutare una mia cugina cresciuta in Scozia ma che ha sposato un Piciniscano). Mia sorella Mary Contini ha scritto due libri venti anni fa, in inglese, sulla storia della nostra famiglia, della nostra cultura e della nostra cucina (80% italiana e 20% scozzese)

A un certo punto della tua vita è nata in te l’idea di far ritorno ai luoghi di origine. Quando, come e perché è successo? Quale è stata la scintilla? In che modo ha preso forma il progetto?
Non lo so. So che ho fatto una ricerca, quasi 40 anni fa. Ma l’opportunità è arrivata nel 2010 con l’acquisto dell’edificio dove ora si trova il nostro albergo diffuso “Sotto Le Stelle”. Dopo l’inaugurazione nel 2012 si sono create le circostanze per acquistare il Borgo e il terreno circostante e quindi l’ho fatto: più di 200 particelle appartenenti a oltre 140 persone divise in 11 famiglie!
L’intenzione iniziale era di impiantare il vigneto e fare la cantina, poi una serie di coincidenze ha portato a un’intesa con l’università di Cassino e la “Queen Margaret University” di Edimburgo per creare un joint Master di secondo livello in Gastronomia (in lingua inglese). Questo progetto rendeva necessario il restauro del Borgo. Sfortunatamente la Brexit ha distrutto quest’opportunità ma avevo iniziato il lavoro di restauro e quindi era necessario completarlo. Il Borgo oggi è disponibile per eventi, ma offriamo anche corsi nel nostro orto, con le nostre api, di potatura, sul vino e di recente anche una “Cook School” per i turisti (ma non solo). Quindi Borgo “I Ciacca” è diventata anche l’Accademia.



Cesidio Di Ciacca - Sotto Le Stelle

Cesidio Di Ciacca – Sotto Le Stelle

L’opportunità è arrivata nel 2010 con l’acquisto dell’edificio dove ora si trova il nostro albergo diffuso “Sotto Le Stelle”. Dopo l’inaugurazione nel 2012 si sono create le circostanze per acquistare il Borgo e il terreno circostante e quindi l’ho fatto
(Cesidio Di Ciacca, estratto dall’intervista)

Un’altra parentesi, la seconda per il momento: che rapporto avevi avuto, fino a quel momento, con il vino? In Scozia, correggimi se sbaglio, non c’è una grande cultura enologica, soprattutto in passato, e l’abitudine di consumare vino non è molto diffusa…
Mio cognato a Edimburgo ha un’enoteca di famiglia da oltre 80 anni. Ha vinto tanti premi per la vendita dei vini, specialmente Italiani. Lui mi ha fatto conoscere il Dott. Alberto Antonini, che pochi anni fa è stato nominato da Decanter come uno dei 5 enologi più importante nel mondo (e l’unico italiano nella lista). Ha lavorato anche per Antinori e Frescobaldi e adesso in tutto il mondo. Alberto ci ha seguiti per 10 anni e ci ha convinti ad avvalerci anche dell’assistenza del Dott. Amedeo Barbato, che fa tuttora parte della nostra squadra. Alberto ci ha suggerito di riportare sulle etichette dei nostri vini la scritta “Made with the help of our friend Alberto Antonini”. Lui è ancora un amico di famiglia. E poi abbiamo una squadra di giovani condotta da Luca Pomponio, che ha iniziato a lavorare con noi a 21 anni (10 anni fa).

Riprendiamo il percorso per completare il racconto della nascita dell’Azienda Agricola “I Ciacca”. Come sei riuscito a concretizzare il progetto? Quali sono state le difficoltà incontrate? in che stato si trovava all’epoca il vostro borgo? Che tipo di investimento hai dovuto affrontare e quali sono stati i lavori di ristrutturazione/costruzione intrapresi?
Non basterebbe un’intervista intera per descrivere tutto quello che è successo. Diciamo che la prima vendemmia è stata nel 2017, i lavori di realizzazione della cantina sono stati ultimati nel 2018 mentre la sala di degustazione è stata inaugurata nel 2020. L’80% del borgo ormai è completamente ristrutturato e quest’anno aprirà la “Nonna Selina’s Kitchen”, la nostra scuola di cucina.

 


Interrompiamo per un stante il flusso di domande e risposte per specificare che, recentemente, abbiamo avuto modo di conoscere personalmente la realtà de “I Ciacca”, grazie all’ospitalità di Cesidio che ci ha accolti e intrattenuti per quasi una giornata presso la sua azienda. Abbiamo raccontato la nostra esperienza attraverso due articoli che possono essere trovati nelle rubriche “Recensioni” e “Diario di (eno)viaggio” (e anche attraverso alcune gallery su Instagram: 1234567).
Riprendiamo l’intervista a Cesidio Di Ciacca.



E’ stato un cambio di vita estremamente importante per te e la tua famiglia. Ci racconti come è avvenuto il passaggio e quali differenze sostanziali trovi tra lo stile di vita in Scozia e quello attuale?

Mio figlio Giovanni, che ha 24 anni e la Sindrome di Down, ha risposto a chi gli ha fatto una domanda simile: “Siamo molto fortunati. Abbiamo due vite: quella scozzese e quella italiana.”
Non saprei come rispondere meglio.

Arriviamo ai giorni d’oggi. Che tipo di Azienda è la tua? Che attività svolgete? Che tipo di servizi offrite?
L’azienda comprende l’albergo diffuso “Sotto Le Stelle” a Picinisco (FR), che offre alloggi ai turisti, visitatori e gruppi dal mondo intero. Organizzami anche tour del territorio e nel “Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise”; visite alla cantina e degustazione. E poi: Food Safari, Cook School, Eventi, ecc. Ovviamente c’è la Cantina e il vigneto dove coltiviamo l’uva autoctona Maturano. Abbiamo inoltre 6 ettari di uliveto e anche una trentina di arnie.


Cesidio Di Ciacca - Cantina

Cesidio Di Ciacca – Cantina

Non basterebbe un’intervista intera per descrivere tutto quello che è successo. Diciamo che la prima vendemmia è stata nel 2017, i lavori di realizzazione della cantina sono stati ultimati nel 2018 mentre la sala di degustazione è stata inaugurata nel 2020
(Cesidio Di Ciacca, estratto dall’intervista)

La Promozione del Territorio, il turismo e ancor di più l’enoturismo (Il turismo del vino), sono aspetti fondamentali del vostro lavoro quotidiano. Cosa si deve aspettare l’enoturista che viene a trovarvi?
Accoglienza, prodotti genuini ed eccellenti, storia, vini naturali premiati.

A proposito di Territorio, tu credi fortemente nella qualità e nel potenziale dei vitigni autoctoni della tua zona al punto che per la produzione dei tuoi vini hai “scommesso” quasi tutto sul semisconosciuto (ai più) “Maturano”. Quali sono le motivazioni che ti hanno portato a tale scelta? Ci racconti qualcosa su questa uva (caratteristiche, punti di forza, ecc.)?
Secondo la tradizione locale, il Maturano è sempre stato coltivato qua, nel nostro borgo “I Ciacca” e nel paese (Picinisco; N.d.R.). Quindi sembra essere adatto al tipo di terreno e al territorio. Poi abbiamo fatto l’analisi DNA (di 19 punti) e abbiamo scoperto che non ha parentele con altri vitigni conosciuti al mondo. Quindi è un vitigno autoctono e storico.
Secondo un documento del 1595 preparato per la Famiglia d’Este: “(Picinisco) Ha nome , et fatti di far li migliori vini del Contado, sono li vini bianchi, sottili, /et buoni, molto simili di colore, e di bontà à li chiarelli, dicono che pas[sato] / l’altro anno, diventano più amabili, et molto migliori.”
Niente è cambiato: il Maturano ha bisogno di maturare!

 


Si tratta di un vitigno autoctono a bacca bianca, originario della Valle di Comino, che per raggiungere la maturazione ottimale ha bisogno di tempi più lunghi rispetto alla media, in relazione alla tipologia. Stesso discorso per quanto riguarda i tempi di elevazione (o maturazione) e affinamento in bottiglia. Da queste caratteristiche, probabilmente, deriva il suo nome.
Riprendiamo l’intervista a Cesidio Di Ciacca.



Un’espressione che va molto di moda nell’ultimo periodo è “vini che rappresentano/raccontano il territorio”. In che modo, secondo te, si deve operare e lavorare (in vigna, in cantina, in post-produzione…) affinché una bottiglia sia davvero espressione del territorio dal quale nasce? E come si fa, secondo te, a veicolare questo concetto fino al consumatore meno esperto ma pur sempre amante del vino?
Il nostro vigneto è stato impiantato a mano con barbatelle realizzate da tralci di vite Maturano presi dai nostri vicini contadini. Il vigneto non è irrigato ma vive con l’acqua che viene dal cielo o che scorre sotto terra. I terreni sono stati abbandonati per almeno 50 anni e quindi siamo sicuri che sostanze chimiche e pesticidi non sono mai stati usati qua. La terra è argillosa, piena di rocce calcaree. I trattamenti sono fatti con preparazione di zolfò, rame e calcare come si usava in passato. Le vigne si trovano a 600 mt. s.l.m. in una conca circondate da colline e alberi con una discesa notevole che non permette al gelo di rimanere. Siamo all’interno del parco nazionale, nel mezzo della biodiversità. Nella cantina le fermentazioni sono spontanee, non usiamo additivi e l’uso della solforosa è a livelli molto bassi.
Ecco, il nostro vino Maturano è il succo di questa Terra.
Per citare Monica Larner e il suo articolo pubblicato sul Corriere della Sera l’11 Dicembre 20222 (intitolato “Dopo 20 anni e 11 assaggi al giorno ho capito la magia del vino italiano”): “I francesi parlano di terroir, una confluenza quasi mistica di fattori ambientali che consacrano l’identità di ogni vino. Questo spiega come mai il Pinot Noir di Borgogna si differenzia a seconda del Domaine che lo coltiva. Tranne che per il Barolo e il Barbaresco, dove un’unica varietà di Nebbiolo è coltivata in zone accuratamente delimitate, trovo difficile applicare il parametro del terroir al vino italiano. Sono troppe le variabili imprevedibili che entrano in gioco per poter applicare il principio francese. Propendo invece per la magia classica del genius loci, perché comporta un approccio sostenibile e olistico, e pone una ben più marcata enfasi sul fattore umano. Un grande vino non è solo il prodotto di un nobile vigneto. L’Italia dimostra come le tradizioni agricole rurali, la chiesa, l’arte, la cultura e la cucina regionale — dai ravioli del plin fino alle busiate alla trapanese — tutto concorre a plasmare l’identità di un vino italiano”


Cesidio Di Ciacca - Maturano Secondo un documento del 1595 preparato per la Famiglia d’Este: “(Picinisco) Ha nome , et fatti di far li migliori vini del Contado, sono li vini bianchi, sottili, /et buoni, molto simili di colore, e di bontà à li chiarelli, dicono che pas[sato] / l’altro anno, diventano più amabili, et molto migliori.”
(Cesidio Di Ciacca, estratto dall’intervista)

Concludendo le domande a tema “Territorio”, la vostra azienda è tra i dieci Soci Fondatori dell’Associazione “Ciociaria Naturale”. Ci racconteresti qualcosa in merito alla nascita, lo sviluppo e gli obiettivi di questo gruppo di viticoltori?
E’ molto semplice: abbiamo la voglia di collaborare per promuovere i vini naturali e l’eccellenza del nostro territorio

 


Pubblicheremo a breve un’intervista ad Amedeo Iafrati, presidente di Ciociaria Naturale, che ci racconterà tutto quello che c’è da sapere su questa neonata realtà. Rimanete in contatto per aggiornamenti…
Riprendiamo l’intervista a Cesidio Di Ciacca.


 

Quante tipologie di vino producete? Quali sono i caratteri distintivi di ognuno di essi?
Tutto dipende dalla qualità dei lieviti, unici e indigeni, che si trovano nell’ambiente, sulle uve e nel terreno che ci circonda per fermentare spontaneamente gli zuccheri nel mosto e dar vita al nostro vino.
Il Nostro vino è prodotto senza lieviti aggiunti o additivi.
La temperatura viene rigorosamente controllata durante tutto il processo di fermentazione per garantire il mantenimento degli aromi e dei sapori naturali delle uve.
La separazione dalle vinacce e dalle “fecce” avviene solo quando necessario e in base al tipo di vino che vogliamo produrre.
Facciamo vino da uva Maturano in 4 stili, a seconda dell’annata:
– “Nostalgia”: non fermenta con le bucce e viene travasato dalle fecce lo stretto necessario onde evitare problemi;
– “Sotto Le Stelle”: viene lasciato riposare da 3 a 4 giorni prima di essere pigiato e fatto fermentare con la rimozione delle fecce come per “Nostalgia”;
– “Filosofia”: viene fatto fermentare sulle bucce e su alcuni raspi e lasciato senza essere toccata per un massimo di 10 mesi;
– “L’Essenza”: è ottenuto da uve appese e lasciate appassite all’aria per un massimo di 6 mesi prima di essere pigiate e messe in botti nuove di rovere francese. Tutto ciò per sopportare una lunga lenta fermentazione e decantazione che dura fino a 4 anni.
I nostri vini rossi vengono rimossi dalle vinacce a fermentazione ultimata per poi venire travasati dalle fecce lo stretto necessario onde evitare problemi; vengono filtrati leggermente solo per rimuovere i sedimenti prima dell’imbottigliamento.
I nostri vini sono protetti con l’utilizzo di pochi solfiti (meno del 50% di quelli consentiti per i vini biologici) tuttavia continuiamo a cercare altri modi naturali per garantire un’efficace conservazione. Lasciati riposare dopo la fermentazione fino a un anno nei tini di cemento; successivamente i vini rossi da riserva trascorrono fino a 2 anni in botti e successivamente da 1 a 5 anni in bottiglia prima di essere immessi sul mercato.

 


Una descrizione dei vini prodotti dall’azienda “I Ciacca” può essere trovata all’interno della nostra recensione, pubblicata a inizio marzo nell’apposita rubrica del sito.
Riprendiamo l’intervista a Cesidio Di Ciacca.



In cosa consiste il progetto relativo alla vostra “Accademia di Gastronomia”?
Come abbiamo spiegato prima, “Accademia” significa luogo di formazione e “Gastronomia” significa il meglio della terra trasformato in cucina per condividerlo a tavola, dove si insegna, si impara, si ride, si piange, si vive.
Quindi ogni opportunità di formazione (di vita) corrisponde al nostro obbiettivo: le scuole, i gruppi con disabilità (preferisco dire con abilità diverse), gli scout, le famiglie, la “Cook School”, i turisti o i locali che vogliono imparare o insegnare sono ben accolti. In più abbiamo un accordo con un’Università olandese per provare a realizzare anche un Master.

Che futuro immagini (e speri) per la tua Azienda, per le persone che in essa lavorano e per il Territorio nel quale vivete e lavorate?
Un futuro pieno e godevole, molto positivo e di nuovo apprezzato per il “work-life balance” e quindi per la qualità della vita.

Chiudiamo questa intervista ringraziando di cuore Cesidio Di Ciacca per averci raccontato la sua storia, quella della sua famiglia, del suo territorio e della sua realtà; gli siamo inoltre molto grati per aver condiviso con noi alcuni aspetti ed episodi strettamente personali.
Per quanto ci riguarda, contiamo di mettere online la prossima intervista a breve: è quasi tutto pronto, mancano solo alcuni dettagli; ovviamente non vi sveleremo di chi si tratta (anche se un’anticipazione l’abbiamo già data) ma dovrete aspettare di leggere l’articolo quando sarà online.

Nel frattempo, se ci fosse qualche protagonista del mondo dell’enologia e della vitivinicoltura italiana al quale vorreste porre delle domande, inviateci pure i vostri suggerimenti e noi proveremo a raggiungerlo per un’intervista, come fatto con Cesidio Di Ciacca (purché si tratti di un personaggio che approccia al suo lavoro in maniera professionale e al tempo stesso personale e soprattutto passionale ma che abbia anche una propria marcata unicità – il termine “identità” è fin troppo usato, a nostro parere, e ormai ha quasi perso il suo significato originale).

La riproduzione, anche parziale, di questo testo è vietata.
Questa intervista è stata realizzata da inCantina che ha ricevuto l’autorizzazione a pubblicarla, esattamente così come riportata nell’articolo, direttamente da Cesidio Di Ciacca.


Per maggiori dettagli sull’Azienda Agricola “I Ciacca” e su quanto Cesidio Di Ciacca ci ha raccontato in questa intervista:
Tel. +39 0776 610608
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