Forteto della Luja (Cantina) – Loazzolo (AT): scheda dettagliata con tutte le informazioni necessarie per gli enoturisti
Forteto della Luja (Cantina)
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Dati anagrafici
Nome azienda
Forteto della Luja (Cantina)
Anno di fondazione
1992
Indirizzo
Reg. Candelette 4
Località
Nessuna località specificata
Comune
Loazzolo
CAP
14051
Provincia
AT
Eventuali indicazioni aggiuntive utili per raggiungere l’azienda
Potete trovare le indicazioni per raggiungere Forteto della Luja al seguente link: https://www.fortetodellaluja.it/it/contatti/dove-siamo.html
Telefono
+39 0144 87197
Cellulare
+39 327 2577617
Indirizzo e-mail
info@fortetodellaluja.it
Sito web
https://www.fortetodellaluja.it/it/
Persona/e di riferimento per le visite, degustazioni e accoglienza clienti
Cristina
Ricettività, degustazioni, visite e ospitalità
Si effettuato visite in azienda?
Sì, ma è gradita la prenotazione
Giorni in cui solitamente si effettuano le visite
Le visite presso Forteto della Luja si effettuano tutti i giorni della settimana
Orari in cui solitamente si effettuano le visite
Le visite presso Forteto della Luja si effettuano dalle 10:30 alle 12:00 e dalle 14:30 alle 17:30
E’ prevista la degustazione dei vini prodotti dall’azienda?
Sì
Condizioni economiche per visita e degustazione
Pacchetti con diverse opzioni e diversi prezzi
Descrizione della visita/degustazione (durata approssimativa, come si svolge, numero di vini in degustazione, costo, eventuali pacchetti, ecc.)
L’esperienza presso Forteto della Luja prevede la visita, sempre gratuita, all’oasi, al vigneto e all’antica cantina; la degustazione comprende l’assaggio di 3 o 4 vini abbinati a piccoli assaggi di prodotti tipici ed è gratuita per italiani ed Europei. Per clienti extraeu chiedere un preventivo.
E’ possibile acquistare i vini prodotti in azienda (vendita diretta)?
Si
L’azienda fornisce servizio di ristorazione?
No
Se si, descrivere brevemente le condizioni (tipologia di servizio; sempre aperto; solo su prenotazione, mesi, giorni e orari di apertura; numero di coperti; ecc.)
Nessuna descrizione specificata
L’azienda offre servizio di pernotto?
No
Se si, descrivere brevemente le condizioni (tipologia di servizio; sempre aperto; solo su prenotazione, mesi, giorni e orari di apertura; numero di stanze/appartamenti; si accettano animali; ecc.)
Nessuna descrizione specificata
Aspetti tecnici
Descrizione dell’azienda
La Storia di Forteto della Luja
Il primo nucleo rurale costruito in questi luoghi risale al 1790: una piccola casa a un unico piano, che ancora oggi rimane, con un soggiorno, una camera, una sola finestra e un’unica porta. E’ l’abitazione dove la famiglia Novelli si trasferì arrivando da un altro versante della collina. I Novelli erano braccianti, coltivavano il terreno e abitavano in queste case costruite con le loro mani utilizzando, anche per il tetto, la pietra di Langa, la materia prima del posto. Gli edifici si trovavano tutti su terreni di proprietà dei conti Gancia, tuttora produttori di vini molto rinomati oltre che del noto spumante Metodo Classico.
Tre generazioni dopo, verso la metà dell’Ottocento, i Novelli hanno la possibilità di acquistare questo primo nucleo abitativo dalla famiglia Gancia, che aveva cominciato a dismettere gran parte delle proprietà. Il motivo stava nella politica fiscale di quel tempo, adottata dai Savoia per far fronte alle spese notevoli dovute alle guerre d’indipendenza. Una politica che consisteva nell’applicazione di una patrimoniale sui terreni, che naturalmente coinvolgeva per primi i grandi proprietari del regno dei Savoia, spinti quindi a lottizzare e a vendere anche in Langa, Roero e Monferrato.
Nel 1851, dopo l’acquisto del terreno, la famiglia Novelli ingrandisce la casa, che diventa a due piani cui vengono aggiunti, nel 1910, un’ala abitativa e, nel 1947, dei portici. Un edificio, quindi, eretto in secoli diversi con diversi stili architettonici ben identificabili. La parte del Novecento è completamente intonacata, gialla con finestre azzurro pastello, colori tipici delle Langhe; le parti più vecchie sono invece in pietra nuda, a secco, senza cemento e con muri molto spessi.
Anche se la famiglia Novelli è stata fin dall’inizio, e per molte generazioni, produttrice di vino per autoconsumo e per un piccolo mercato locale, è il bisnonno, Tommaso Novelli, il primo a diffondere il Moscato Passito, che oggi rappresenta il nostro vino di punta. Il bisnonno era un contadino dai modi un po’ più raffinati della media, con un innato gusto del bello, ma con poca famigliarità con i numeri: sull’etichetta scriveva con le lettere non solo il nome del vino ma anche l’annata. Se quindi, ad esempio, doveva scrivere 1937, la data diventava una parola così lunga che l’etichetta di forma allungata finiva per cingere quasi tutta la bottiglia. Quando mio padre, negli anni Ottanta, decide di commercializzare questo Moscato Passito, riprende queste vecchie etichette aggiungendovi le informazioni obbligatorie per legge, facendole così diventare talmente lunghe che oggi girano quattro volte attorno alla bottiglia. Credo siano le etichette più lunghe esistenti al mondo! Tornando al bisnonno Tommaso, aveva una figlia unica, Teresa, per cui il nome Novelli era destinato a estinguersi. Negli anni Trenta, Teresa conosce mio nonno, Egisto Scaglione, un bell’uomo, appassionato di motociclette e proprietario a sua volta di un’azienda agricola, di famiglia contadina ma benestante che, soprattutto, gestiva da diversi anni una pesa pubblica, fonte di guadagni sicuri. Egisto, il più giovane di molti fratelli, con la sua passione per le moto, pensava di diventare pilota da corsa, ma il suo fisico troppo robusto glielo impedì. Decide allora di aprire ad Alba una concessionaria di moto della Piaggio e della Guzzi. Andando in giro per cascine, conosce il futuro suocero cui tenta di vendere un Alpino, della Guzzi, ideale per girare in Langa, e in quell’occasione incontra Teresa. Si sposano alla fine degli anni Trenta. Un paio d’anni dopo, nel 1941, nasce mio padre, Giancarlo. Mio nonno, che si trovava a gestire due cascine, la Scaglione e la Novelli, preferisce far studiare mio padre che nel 1961 si diploma in enologia e comincia subito a lavorare nelle due cantine. Gli anni Sessanta sono anche quelli del gap generazionale. I giovani, tra cui mio padre, cominciano ad avere le prime divergenze per quanto riguarda la gestione delle cantine. Nel 1964 mio padre decide di andare a lavorare nella Cantina sociale di Castagnole delle Lanze e, nel ’65, in quella di Cossano Belbo. Anni che videro la nascita del Partito dei contadini e delle Associazioni sindacali, come la Coldiretti, che diedero dignità al lavoro dei viticoltori, costretti fino ad allora a vendere subito e in gran parte la produzione di uva per paura che si deteriorasse e senza avere quindi la possibilità di valorizzarla a pieno. Una storia vissuta da mio padre in prima persona dato che, all’interno della Cantina sociale era enologo e direttore di produzione. Nel frattempo, mio padre si laurea in microbiologia, diventa un esperto conoscitore delle fermentazioni dei vini e, agli inizi degli anni Settanta, è chiamato a insegnare alla Scuola enologica di Alba. Nel 1977 ritorna alla sua vecchia passione per la vigna e per il vino e diventa direttore di produzione presso la Gancia, all’epoca tra le aziende più prestigiose del Monferrato, dove rimane per alcuni anni. Si licenzia agli inizi degli anni Ottanta preferendo lavorare come consulente ed entra in contatto con i migliori e più importanti produttori del Piemonte e del Monferrato tra cui Giacomo Bologna, che ha rilanciato la Barbera, i Fratelli Coppo, Michele Chiarlo, Bruno Giacosa.
Nel 1985 mio padre, dopo la morte del nonno e del bisnonno e avendo ereditato la cascina di Loazzolo, decide di riprenderne in mano la gestione anche se con vigneti e attrezzature molto vecchi e con un Moscato Passito quasi sconosciuto. Giacomo Bologna era alla ricerca di qualcuno che potesse produrre un buon Moscato Bianco. Con il sostegno di Bologna, che s’impegna a distribuirlo sul mercato, mio padre inizia in modo serio la produzione del Moscato Passito Piasa Rischei, ne abbellisce, come dicevo, l’etichetta e lo fa arrivare sulle tavole dei migliori ristoranti stellati d’Italia. Nel 1988 Luigi Veronelli viene a visitare la nostra cantina e, giudicando molto positivamente il nostro Moscato Bianco, ci suggerisce di chiedere la denominazione comunale, cioè di un solo Comune, non facile da ottenere, ma che arriva nel maggio del 1992 anche grazie allo stesso Veronelli, che ne scrive in maniera elogiativa. Il Moscato Bianco di Loazzolo vanta la più piccola denominazione comunale esistente in Italia, prodotto – causa del regolamento della DOC molto restrittivo – su una superficie inferiore a tre ettari di terreno, con vigneti ripidi, vecchi e ben esposti al sole e una resa limitatissima, inferiore ai 2750 litri per ettaro.
All’epoca, io ero ancora al liceo e mi sono ritrovato ad aiutare mio padre in modo decisivo dato che, con la sua attività di consulenza, non riusciva a occuparsi da solo della gestione di una cantina che era totalmente da ricostruire. Con mia sorella abbiamo cominciato a piccoli passi: io mi sono iscritto alla Facoltà di Agraria e lei a un corso di amministrazione aziendale. Abbiamo subito puntato su vini prodotti in piccola quantità, ma di qualità eccellente, destinati a un mercato selezionatissimo di amatori di vini da meditazione e di vendemmie tardive. Come il nostro Moscato Passito, prodotto con uve dal gusto aromatico e un invecchiamento lunghissimo, superiore anche ai trent’anni, da accompagnare a formaggi blu, a foie gras o a pasticceria secca. C’è poi la Barbera d’Asti, un vino semplice, tradizionale, fatto come una volta, che si può bere come vino da tutto pasto. La nostra produzione annua si aggira sulle 50 mila bottiglie con l’Italia come mercato di riferimento.
Forteto della Luja e WWF
La collaborazione, del tutto originale, tra Forteto della Luja e WWF è nata quando si è deciso di continuare a coltivare i vecchi vigneti mai diserbati, dove ci si era limitati a sostituire le piante che via via morivano (circa il 2 per cento/anno). La lavorazione viene fatta interamente a mano e con l’aiuto dei cavalli a causa del terreno ripido e dei filari costruiti negli anni Trenta, che impediscono l’uso dei trattori. Date le forti pendenze, manteniamo un manto erboso permanente che con le sue piccole radici previene l’erosione. L’erba è falciata a mano, una volta all’anno, a fine giugno-inizio luglio, sufficientemente tardi perché sia alta, con molti fiori e insetti, quindi con una ricca biodiversità. Nel 2002, uno studente che collaborava con il WWF è venuto a Loazzolo a fare una ricerca per la sua tesi: censire alcune specie di orchidee spontanee. Il WWF ha deciso di premiare sia la ricerca sia la nostra collaborazione al riguardo, istituendo un’oasi naturalistica denominata Forteto della Luja, dove sono presenti 21 specie di orchidee spontanee (di cui 8 sono state rilevate nel vigneto) oltre a numerose specie di farfalle. Penso, con un certo orgoglio, che la nostra sia l’unica azienda agricola e vitivinicola italiana a essere protetta da un’Associazione ambientalista così importante.
IGT, DOC e/o DOCG di riferimento/appartenenza
Barbera d’Asti DOCG
Moscato di Canelli DOCG
Loazzolo DOC
Piemonte DOC (nelle versioni Brachetto Passito e Moscato)
Monferrato Rosso DOC
Numero di ettari vitati
13
Tipologia di vitigni allevati
Barbera, Moscato, Brachetto, Pinot Nero
Numero di etichette prodotte
Da 1 a 5
Produzione annua (numero di bottiglie)
50.000
Enologo
Giovanni Scaglione
Agricoltura
Biologica certificata
Produzione di olio
No
Degustazione di olio?
No