Terre di Marfisa (recensione della visita)

Terre di Marfisa visita

Giovedì 22 dicembre 2022 – siamo andati a trovare l’azienda “Terre di Marfisa” a Farnese (VT): la recensione della visita

L’azienda agricola “Terre di Marfisa” si trova a Farnese, in provincia di Viterbo, precisamente al km 7 della strada provinciale 47 “Lamone” (in località “Le Sparme”) e a tutti coloro che volessero raggiungere la struttura per una visita consigliamo l’uso di un navigatore satellitare. Per completezza di informazione, diciamo che il luogo si trova in una zona di confine tra Lazio e Toscana (che dista poco più di 5 km in linea d’aria), a ovest del Lago di Bolsena, ed è raggiungibile percorrendo la Via Aurelia prendendo poi la strada regionale 74 “Maremmana” o la S.R. 312 “Castrense” (rispettivamente, giungendo da Nord o Sud); altri itinerari possibili prevedono il transito sulla S.R. 2 Via Cassia o sull’autostrada A1 (uscita “Orvieto”).
L’appuntamento per la visita è stato concordato con Nathalie Clarici, attraverso un cordiale scambio di email in seguito perfezionato tramite alcuni messaggi telefonici, ed è stata proprio la padrona di casa ad accoglierci al nostro arrivo. Come spesso accade quando si visita un’azienda vitivinicola, la nostra esperienza è cominciata con una piacevole e lunga camminata tra i terreni e i vigneti di “Terre di Marfisa” accompagnati dalla nostra guida che ci ha intrattenuti con un interessante racconto sulle sue origini e su quelle della sua realtà lavorativa: protagonista assoluta della storia è la nonna (dalla quale l’Azienda prende il nome), originaria proprio di Farnese e nata agli inizi del secolo scorso, che con l’acquisto di un casale (con tanto di vigna, ulivi, orto e animali), adiacente l’attuale podere, riunisce intorno a se figli e nipoti in quello che diverrà un luogo ameno dell’infanzia (prima) e dell’età adulta (poi) di Nathalie e dei suoi familiari. Il forte legame con la terra d’origine e il desiderio di dare continuità a quanto iniziato tempo prima, porta con l’arrivo del nuovo millennio alla decisione di acquistare i terreni adiacenti la vecchia fattoria, a ridosso di un’antica cava di tufo, destinati fino a quel momento alla coltivazione di cereali. Prende quindi forma un primo progetto che prevede l’impianto di sei ettari di uliveti (esclusivamente da cultivar Canino, che in Tuscia da origine all’omonima DOP) e pochi anni dopo la messa a dimora del primo vigneto (fino a raggiungere gli attuali 6,5 ettari vitati); l’idea iniziale era quella di realizzare un frantoio aziendale e degli appartamenti riservati al personale. Risale invece al 2018 lo “stravolgimento” del piano originale, con il cambio di destinazione d’uso dei vari locali, ormai già fabbricati, che conduce alla realizzazione di una SPA con ristorante (in luogo del frantoio) e di dodici camere con giardino e piscina, destinate all’offerta ricettiva (in luogo degli appartamenti). Il fabbisogno energetico di tutte le strutture è garantito dall’imponente sistema fotovoltaico a serra posizionato in un’apposita zona della tenuta.
La passeggiata è proseguita in un percorso ad anello che ci ha permesso di ammirare le vigne e gli uliveti, salendo pian piano verso la parte più alta del podere, denominata “Il Poggio”, che nell’idea primigenia sarebbe dovuta essere la sede della struttura ricettiva (realizzata invece più in basso riconvertendo gli edifici già costruiti, come descritto qualche riga più in alto).
I vitigni principali sono il Sangiovese e il Vermentino ai quali si aggiungono, in misura ridotta, il Syrah, il Petit Verdot e l’Incrocio Manzoni; il primo in origine rappresentava il 50% delle viti allevate ma nel giugno di quest’anno è stato deciso di realizzare un massiccio reinnesto di vermentino su un ettaro di piante di Sangiovese e nella prossima vendemmia (quella del 2023) si potranno raccogliere i frutti (nel senso letterale dell’espressione) di questo importante e delicato lavoro eseguito da una squadra di personale qualificato appositamente giunta in loco (è stato molto interessante poter “toccare con mano” il risultato di questa operazione, spesso descrittaci nei racconti dei viticoltori ma mai, prima d’ora, osservata da così vicino). Il motivo di tale scelta è figlio degli ottimi risultati che il Vermentino dà in questo fazzoletto di terra, probabilmente grazie a un insieme di fattori territoriali e climatici, e dal conseguente desiderio di incrementarne la produzione: un nuovo impianto avrebbe rappresentato un investimento, in termini di tempo e denaro, decisamente più impegnativo e quindi si è optato per un reinnesto. Curiosa, invece, la scelta di voler mettere a dimora anche alcune piante di Incrocio Manzoni: nelle intenzioni dell’enologo c’era la volontà di usare tale vitigno per dar maggior corpo e aroma ai vini bianchi aziendali a base vermentino; quest’ultimo, invece, si è rivelato essere a pieno agio in questa zona dando vita a un vino in purezza di gran struttura e carattere al punto da far ricredere (e innamorare) l’enologo stesso.
Alla produzione di vino, che conta circa 20000/25000 bottiglie annue, si aggiunge quella altrettanto importante di olio EVO Canino DOP (monocultivar); entrambe dalla prossima vendemmia/raccolta (2023) potranno fregiarsi della certificazione BIO.
I terreni sono di origine vulcanica, con massiccia presenza di tufo che contribuisce a portare nel calice una caratteristica e comune impronta minerale.
In cantina molto moderato è l’uso del legno, esclusivamente per i rossi, mai di primo passaggio e mai per la totale massa dell’uva impiegata.
“Terre di Marfisa” fa parte dell’Associazione Donne in Vigna, sulla quale ci ripromettiamo di scrivere un esauriente articolo, probabilmente corredato da apposite interviste alle protagoniste. Possiamo qui anticipare che si tratta di un gruppo di quattro produttrici (divenute amiche), tutte operanti nell’Alta Tuscia laziale, conosciutesi nel 2019 in occasione di un evento organizzato dalla FISAR e unitesi di comune accordo in una mutua collaborazione finalizzata alla condivisione di conoscenze e strumenti per la risoluzione di difficoltà, imprevisti e problemi, all’organizzazione di eventi (durante i quali, se necessario, alternandosi e prendendo l’una il posto dell’altra), alla promozione/racconto del territorio (in tre declinazioni diverse: Orte, Bolsena e Farnese), alla partecipazione comune a manifestazioni, alla condivisione di strategie commerciali, al supporto personale, ecc.
Il nostro percorso a piedi si è svolto in maniera circolare, proprio come il racconto della nostra guida, riportandoci al punto di partenza, ovvero l’ingresso dell’Osteria dell’Unicorno, dove di lì a breve avverrà il nostro incontro con i vini aziendali; a tal proposito si rende necessario un ultimo breve cenno sulla storia di questa interessante realtà il cui logo (appunto un unicorno con gualdrappa sulla quale sono raffigurati sei gigli) trae origine dall’araldica della famiglia Farnese e in particolare dalla figura di Giulia sorella del futuro Papa Paolo III.
A suggellare la forte identità territoriale, presente tanto per ereditarietà quanto per scelta, la decisione di dare alle varie etichette dei nomi riconducibili alla lingua etrusca.
A completare la nostra esperienza presso “Terre di Marfisa”, dopo la visita ai vari locali/ambienti e la gradevolissima conversazione con Nathalie, giunge la degustazione dei vini prodotti:
– IGT Lazio Bianco “Zamathi” 2021; Vermentino 100%; titolo alcolometrico 14%: primissimo impatto olfattivo quasi esclusivamente di natura minerale che pian piano lascia trapelare gradevoli sentori di fiori bianchi e frutta dello stesso colore; in bocca sorprende per la sapidità, ancor prima che per la freschezza (che pure è molto presente); chiusura coerentemente minerale, leggermente amarognola, molto persistente;
– IGT Lazio Bianco “Zamathi Iris” 2020; Vermentino e Incrocio Manzoni; titolo alcolometrico 14%: naso simile al precedente ma più delicato, la mineralità è meno dominante e la parte fruttata/floreale riesce a emergere in maniera più distinta; in bocca è sapido e fresco, con un equilibrio e una rotondità sicuramente maggiori se confrontati al Vermentino in purezza;
– IGT Lazio Rosato “Anthaia” 2021; Sangiovese 100%; titolo alcolometrico 13,5%: olfatto tipicamente minerale, addolcito da sentori di frutti rossi; al gusto risulta morbido, fresco, meno sapido rispetto ai bianchi, dotato di un certo equilibrio; coerente il finale fruttato;
– IGT Lazio Rosso “Tesham” 2017; Sangiovese 100%; titolo alcolometrico 13,5%: al naso si presenta con riconoscimenti di ciliegia, frutta rossa in generale ed eleganti refoli balsamici; in bocca è fresco, con un tannino presente ma non protagonista e un coerente finale fruttato;
– IGT Lazio Rosso “Athumi Calus” 2016; Sangiovese 75% e Petit Verdot 25%; titolo alcolometrico 14%: olfatto che richiama il frutto rosso maturo e le spezie dolci, forse un pizzico anche di quelle scure, con una dominante balsamica che impreziosisce il tutto; al palato risulta fresco, leggermente sapido, con finale che richiama la liquirizia e il cacao amaro;
– IGT Lazio Rosso “La Cava” 2018; Syrah 50% e Petit Verdot 50%; titolo alcolometrico 14%: giungono al naso, immediatamente e con forza, le spezie scure, pepe nero in primis, seguite da vivaci refoli balsamici (tanti); in bocca è fresco, con un interessante tannino e ritorni di pepe; chiude gradevolmente amarognolo a ricordare la liquirizia.

Aggiungo in chiusura un breve riepilogo in merito all’attività ricettiva di “Terre di Marfisa”: trattasi di una cantina aperta ai visitatori e quindi è possibile effettuare la visita e la degustazione (in varie declinazioni), negli spazi interni o esterni della struttura; il tutto, ovviamente, su prenotazione e prendendo preventivamente accordi con la proprietà. L’offerta di accoglienza è davvero completa e prevede anche il servizio di pernotto in dodici camere di diversa tipologia e quello di ristorazione nell’Osteria dell’Unicorno. Si può inoltre usufruire di una SPA e di una piscina (aperta durante la bella stagione). Tutti gli ambienti sopradescritti sono adiacenti e compresi all’interno degli spazi dell’azienda agricola.


Contatti
SP 47 Lamone Km 7
Località Le Sparme
01010 Farnese (VT)
+39 0761 458202
info@terredimarfisa.it
https://www.terredimarfisa.it
https://www.facebook.com/Terre.di.Marfisa


Questa recensione della visita a “Terre di Marfisa” è rappresentativa della nostra esperienza e vuole semplicemente essere una fonte di informazioni oggettive, priva di considerazioni personali, con lo scopo di fornire indicazioni utili per gli enoturisti.

Lo Staff di inCantina


La pagina del nostro “Diario di (eno)Viaggio” dedicata a “Terre di Marfisa”

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