Le Lase (recensione della visita)

Le Lase visita

Lunedì 19 dicembre 2022 – siamo andati a trovare la Cantina “Le Lase” a Orte (VT): la recensione della visita

Cantina “Le Lase” si trova a Orte, in provincia di Viterbo, precisamente in Vocabolo Resano, e a tutti coloro che volessero raggiungere la struttura per una visita consigliamo l’uso di un navigatore satellitare soprattutto per la parte finale del percorso. Per completezza di informazione, diciamo che il luogo si trova in una zona di confine tra Lazio e Umbria (che dista poco meno di 2 km in linea d’aria), nel bel mezzo della Valle del Tevere, ed è raggiungibile dallo svincolo “Orte” dell’autostrada A1 oppure percorrendo la “SS675 Umbro-Laziale” (in entrambi i casi prendendo poi la Provinciale 151 Ortana).
L’appuntamento per la visita è stato concordato con Giada Ceccarelli, con un cordiale scambio di email, ed è stata proprio lei ad accoglierci al nostro arrivo.
Solitamente, quando si visita un’azienda, si comincia con una passeggiata più o meno lunga tra i vigneti ma in questo caso non è stato possibile: una fitta e suggestiva coltre di nebbia, tipica della zona e della stagione, ammantava i filari già ben prima del nostro arrivo, rendendo piuttosto complesso (e alquanto inutile) tentare di ammirare il paesaggio circostante.
La nostra visita a “Le Lase” ha preso quindi il via direttamente dalla grande cantina di vinificazione, in compagnia della nostra guida che, insieme alle tre sorelle, gestisce l’azienda di famiglia.
Giada, procedendo con ordine, ci ha introdotti nel suo mondo lavorativo partendo dal racconto delle origini, della genesi se così vogliamo dire: tutto ha preso vita dalla passione del padre, amante del vino e dell’enologia di qualità, che nel 2003 decide di acquistare un antico casale procedendo poi, a partire dall’anno successivo, a comprare alcuni terreni circostanti (in stato di abbandono) e iniziando a impiantare le prime barbatelle. Affiancato in questa sua opera da alcuni professionisti (enologo, agronomo e cantiniere) riesce a effettuare la prima vendemmia nel 2007 e, l’anno successivo, a produrre le primissime etichette. All’epoca le operazioni si svolgevano in una cantina sita a circa 8 km di distanza da quella attuale. Quello che inizialmente era solo un sogno nato da una passione si trasforma, prima in un progetto e poi in un vero e proprio lavoro, nel momento in cui il capofamiglia arriva finalmente all’età pensionabile e si può quindi dedicare completamente all’attività che più ama. In quel periodo nasce l’esigenza di ampliarsi e quindi parte la costruzione della nuova struttura (2010) laddove ora si trova e finalmente, nel 2019, avviene il trasloco dalla vecchia alla nuova sede (attualmente ancora in fase di completamento).
A oggi l’attività è completamente in mano alle sorelle Ceccarelli: Giada e Marta se ne occupano a tempo pieno, mentre le altre due all’occorrenza; così come il padre prima di loro aveva fatto, anche le quattro donne si avvalgono del supporto di una squadra “tecnica” composta da professionisti del settore.
La struttura è stata costruita a ridosso del fianco di una collinetta boscosa, che la circonda su tre lati come una sorta di anfiteatro naturale, e durante gli scavi per il posizionamento dei piloni di rinforzo sono stati rinvenuti diversi reperti di origine etrusca. Quello con l’antico popolo che abitava queste terre è un forte, fortissimo legame che si rispecchia in molti aspetti dell’attività della Cantina “Le Lase”, a partire dal nome stesso dell’azienda (Lase è il nome di una moltitudine di divinità femminili appartenenti alla mitologia etrusca) fino ad arrivare a quelli dei vini prodotti.
Il podere si sviluppa per 16 ettari, dieci dei quali sono vitati (organizzati quasi completamente a Guyot), mentre una piccola parte ospita un certo numero di ulivi dai quali si ottiene una ridotta produzione di olio EVO da cultivar moraiolo, frantoio, leccino e rosciola. Ci troviamo in un’antica zona vulcanica (come molte altre del Lazio) tuttavia nella composizione del terreno, ricco di minerali e povero di materia organica, c’è una forte componente argillosa; i vigneti sono attraversati in alcuni punti da piccole vene di acque sulfuree (tipiche della Tuscia viterbese) che occasionalmente affiorano in superfice. Il tutto, naturalmente, contribuisce a conferire ai vini una comune impronta sapida che avremo modo di descrivere in seguito.
La produzione si assesta intorno alle 50000 bottiglie l’anno, distribuite per nove etichette a base di Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot, Canaiolo Nero, Sangiovese, Violone, Cabernet Franc, Chardonnay, Pinot Bianco, Incrocio Manzoni e Pinot Grigio. In cantina si usano quasi esclusivamente contenitori in inox termoregolati; pochissime le barrique presenti, adoperate (mai nuove, bensì una volta giunte al loro terzo passaggio) per l’elevazione di due sole tipologie di vino e comunque destinate a ospitare soltanto una piccola percentuale della massa necessaria alla produzione delle due etichette.
C’è in programma l’uscita, per l’immediato futuro, di una decima etichetta: un Metodo Classico a base Chardonnay ancora in fase di sperimentazione.
Fervida è l’attività enoturistica, così come quella relativa all’organizzazione di eventi privati e, più in generale, al servizio di ricezione. Per quanto riguarda il primo aspetto, sono in fase di completamento sei appartamenti e un bistrot che andranno a completare il pacchetto riservato agli enoturisti. In merito al secondo punto, “Le Lase” può disporre di un ampio ambiente, adiacente la zona vinificazione, dotato di tavoli, sedie e divanetti dove poter ospitare manifestazione private, in virtù anche di una collaborazione con una società di catering; tale locale è arredato con un’interessante serie di attrezzi, strumenti e arnesi d’epoca utilizzati per l’attività agricola nel corso dell’ultimo secolo (forse anche un po’ di più), recuperati nelle vecchie cantine di zona e restaurati negli ultimi due anni di chiusura forzata causata dalla tristemente nota pandemia, una sorta di percorso museale che permette di mantenere viva la memoria della cultura contadina dei nostri avi.
“Le Lase” fa parte dell’Associazione Donne in Vigna, sulla quale ci ripromettiamo di scrivere un esauriente articolo, probabilmente corredato da apposite interviste alle protagoniste. Possiamo qui anticipare che si tratta di un gruppo di quattro produttrici (divenute amiche), tutte operanti nell’Alta Tuscia laziale, conosciutesi nel 2019 in occasione di un evento organizzato dalla FISAR e unitesi di comune accordo in una mutua collaborazione finalizzata alla condivisione di strumenti per la risoluzione di difficoltà, imprevisti e problemi, all’organizzazione di eventi, alla promozione/racconto del territorio (in tre declinazioni diverse: Orte, Bolsena e Farnese), partecipazione comune a manifestazioni, condivisione di strategie commerciali, ecc.
A completare la nostra esperienza presso la Cantina “Le Lase”, dopo la visita ai vari locali e l’interessante conversazione con Giada, giunge la degustazione di alcuni dei vini prodotti:
– Lazio IGP “Goccia” 2021; Chardonnay 100%; titolo alcolometrico 13,5%: un bel giallo dorato e limpido; al naso si avvertono dolci note fruttate e floreali su un tappeto minerale molto evidente; in bocca è decisamente fresco e sapido, dotato di una discreta persistenza;
– Lazio IGP “Satres” 2021; Pinot Grigio 100%; titolo alcolometrico 14%: parte olfattiva nettamente caratterizzata dalla componente minerale, sulla quali si incastrano sentori di pera matura e fruttini rossi; l’attacco gustativo potrebbe sembrare quasi morbido se non fosse immediatamente seguito da una vivacissima freschezza che incede a braccetto con la sapidità; persistenza gradevolmente amarognola;
– Lazio IGP “Zefiro” 2021; Incrocio Manzoni 100%; titolo alcolometrico 14%: l’onnipresente mineralità caratterizza anche in questo il primo impatto olfattivo, ingentilito successivamente da gradevoli note di fiori bianchi e frutta dello stesso colore; in bocca risulta fresco e leggermente sapido;
– Lazio IGP “Terra” 2019; Violone 70% e Sangiovese 30%; titolo alcolometrico 14%: dolci note fruttate al naso che ricordano la ciliegia; ben presente il tannino che tuttavia è in buon equilibrio con la parte acida; coerente il finale fruttato
– Lazio IGP “Cautha” 2019; Cabernet Sauvignon e Petit Verdot; titolo alcolometrico 14%: unica etichetta, tra quelle degustate, a vedere una piccola parte della sua massa elevata in barrique (di terzo passaggio); all’olfatto emergono chiari refoli di spezie dolci (vaniglia e noce moscata su tutte), impreziositi da sbuffi balsamici e da frutta rossa matura; al palato il tannino risulta protagonista ma in modo molto educato, coerenti i ritorni fruttati nel finale.
Mi sembra corretto specificare che intorno alle 13:00 l’affascinante manto nebbioso che per tutta la mattinata aveva celato alla vista il panorama circostante, compreso quello delle immediate vicinanze costituito dai vigneti aziendali, si è velocemente e improvvisamente dissolto, lasciando spazio a un cielo terso e un sole splendente che hanno “acceso la luce” sulle meravigliose tonalità di fine autunno che contraddistinguono la Valle del Tevere in questo periodo dell’anno.
Aggiungo in chiusura, a mo’ di promemoria, un breve riepilogo in merito all’attività ricettiva di “Le Lase”: trattasi di una cantina aperta ai visitatori e quindi è possibile effettuare la visita e la degustazione, organizzare picnic, buffet, cene, pranzi, aperitivi, eventi e meeting aziendali negli spazi interni o esterni della struttura; il tutto, ovviamente, su prenotazione e prendendo preventivamente accordi con la proprietà.


Contatti
Le Lase (Le Querce Antiche Società Agricola)
Vocabolo Resano snc
01028 Orte (VT)
info@lelase.com
+39 0761 1916179
https://www.lelase.com/
https://www.facebook.com/lelasevini/


Questa recensione della visita alla Cantina “Le Lase” è rappresentativa della nostra esperienza e vuole semplicemente essere una fonte di informazioni oggettive, priva di considerazioni personali, con lo scopo di fornire indicazioni utili per gli enoturisti.

Lo Staff di inCantina


La pagina del nostro “Diario di (eno)Viaggio” dedicata alla Cantina “Le Lase”

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