17 ottobre 2022 – siamo andati a trovare l’azienda “Colle Picchioni” nel comune di Marino (RM): la recensione della visita
La Cantina “Colle Picchioni” si trova al civico 46 di Via Colle Picchione nel comune di Marino, in provincia di Roma, e tutti coloro che volessero raggiungere la struttura per una visita non incontreranno grosse difficoltà, poiché essa si trova in una traversa della nota e trafficata Strada Statale 7 “Appia Nuova”, a circa 10 km dallo svincolo del Grande Raccordo Anulare (è questo probabilmente il percorso principale, benché non l’unico, per giungervi; in alternativa, si può percorrere la Regionale Nettunense).
L’appuntamento per l’incontro è stato concordato con Rosario, direttore commerciale dell’azienda, conosciuto alla tappa di Nemi (RM) della manifestazione enoturistica itinerante “Borgo diVino”, e rincontrato in seguito all’evento “Lazio Wine Experience” tenutosi presso Villa Cavalletti di Grottaferrata (RM). La definitiva conferma è stata suggellata attraverso un cortese ed efficace colloquio telefonico.
E’ stato proprio Rosario ad accoglierci e ad accompagnarci, almeno inizialmente, nella nostra visita ai vari ambienti e locali che fanno parte della Cantina Colle Picchioni. Ben presto ci ha raggiunti Valerio Di Mauro, attuale proprietario dell’azienda che da sempre appartiene alla sua famiglia. Prima di lui, suo padre Armando e, soprattutto, sua nonna Paola, quest’ultima vero e proprio personaggio iconico della vitivinicoltura ed enologia italiana: una delle primissime Donne del Vino, persona colta, lungimirante, brillante e tenace, nota e apprezzata anche all’estero, in grado di pensare e produrre, in tempi non sospetti (parliamo del 1976) vini in bottiglia di riconosciuta qualità in una regione che ancora oggi, a distanza di quasi cinquant’anni, fatica a farsi riconoscere per quello che effettivamente vale (o dovrebbe valere), tanto da chi il vino lo propone (vendendolo e/o comunicandolo) quanto da chi lo consuma. Affiancata da enologi del calibro di Giorgio Grai e Riccardo Cotarella, legata da amicizia a “istituzioni” come Luigi Veronelli e Daniele Cernilli (solo per citarne due tra i tanti), Paola Di Mauro ha vissuto una vita che merita senza ombra di dubbio di essere raccontata in maniera approfondita (contiamo di farlo, ma non è questo il momento né la sede più adatta).
Tornando al presente, la visita vera e propria a Colle Picchioni ha inizio, come quasi sempre accade, con una gradevole passeggiata a ridosso dei vigneti, circa 12 ettari in tutto, composti prettamente dai cosiddetti vitigni internazionali (Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Semillon, Chardonnay e Sauvignon Blanc), piantati dalla precedente proprietaria, ai quali di recente (da circa sei anni) sono stati affiancati gli autoctoni Malvasia Puntinata e Cesanese. Un nuovo impianto, messo a dimora proprio quest’anno, non è stato in grado di resistere all’impossibile clima che ci ha tormentati fino a qualche settimana fa e nonostante i quotidiani interventi di irrigazione la quasi totalità delle barbatelle si è purtroppo seccata. La siccità e il caldo torrido hanno messo a dura prova anche le atre piante, molte delle quali, presenti fin dal momento dell’acquisto dei terreni (fine anni ’60 del secolo scorso) da parte della famiglia Di Mauro, hanno più di sessant’anni. Fortunatamente non ci sono state ripercussioni sulla qualità delle uve giunte alla vendemmia in giusta quantità e ottimo stato.
Come accennato qualche riga più in alto, i primi vini in bottiglia dell’azienda risalgono al 1976, cosa piuttosto insolita per il Lazio dove, in quel periodo, la vendita dello sfuso rappresentava la fonte di reddito principale (quando non l’unica) per le aziende vitivinicole.
La produzione si assesta ogni anno su circa 100000 bottiglie anche se in relazione alla produttività potenziale in campo, e alla capacita dei locali di trasformazione e vinificazione, si potrebbe arrivare anche al triplo. Questa scelta è motivata da quello che si rivelerà essere il leitmotiv comunicativo delle due nostre guide: la ricerca della qualità come obiettivo principale di ogni attività che si svolge in azienda.
I vari ambienti (vinificazione, trasformazione, elevazione, affinamento, imbottigliamento e stoccaggio) sono distribuiti in locali diversi e in alcuni casi separati ma tutti adiacenti e concentrati nella stessa area. L’utilizzo delle barrique (unica tipologia di “legno” attualmente in uso) è piuttosto ponderato: non si arriva mai ad adoperarle per il totale della massa, il loro “ciclo vitale” è di 4 o 5 passaggi e mediamente la permanenza dei vini al loro interno si assesta intorno ai 12 mesi (periodo che può diminuire o aumentare leggermente in relazione all’età del contenitore).
In cantiere c’è l’intenzione di mettere in commercio una nuova etichetta: un metodo classico, attualmente in fase di sperimentazione, prodotto con la poco nota Uva Giulia, vitigno a bacca rossa autoctono della Ciociaria dotato di un’acidità molto importante che consente di non ricorrere necessariamente alla vendemmia anticipata (come quasi sempre accade con le uve destinate alla rifermentazione), portando quindi in dote al momento della raccolta un tenore zuccherino leggermente maggiore e soprattutto una maturazione fenolica e aromatica ottimale, ideale per conferire maggiore rotondità e ampiezza al prodotto finito (per gustare il quale dovremo però aspettare, poiché le prove non sono ancora ultimate e il risultato dovrà necessariamente e completamente soddisfare le esigenti aspettative qualitative del suo ideatore) .
Da un punto di vista enoturistico, Colle Picchioni si può a tutti gli effetti definire una cantina aperta ai visitatori: visite in azienda, degustazioni, aperitivi, pranzi e cene (anche a tema) costituiscono l’offerta ricettiva concentrata soprattutto nel corso della bella stagione (ma non solo). Il palcoscenico principale è costituito da una sorta di terrazza naturale, al limitar dei filari, che offre un suggestivo punto di vista da posizione sopraelevata, una panoramica sulle vigne e, più in lontananza, su buona parte della Capitale (tuttavia, in condizioni e periodi particolari, questo genere di iniziative possono svolgersi anche in un ampio salone interno dotato di camino). A tal fine la Proprietà ha deciso di creare un Circolo Culturale, una sorta di Associazione, “L’Officina Enogastronomica”, anche con lo scopo di creare un senso di riconoscibilità e appartenenza in tutti i fedelissimi che frequentano con assiduità l’azienda. La struttura è dotata di una cucina professionale attrezzata e abilmente gestita da Valerio in persona (che ha ereditato la passione per l’arte culinaria dall’abile ed eclettica nonna), nonché di un forno a legna utilizzato per la cottura delle focacce e pizze rigorosamente fatte in casa. Non è previsto un servizio quotidiano di ristorazione, che invece è riservato solo alle occasione sopracitate: l’attenta ricerca delle materie prime e la cura dei piatti si rifanno a quel concetto di perseguimento della qualità (già anticipato precedentemente in un paio di occasioni) che, allo stato attuale delle cose, non sarebbe possibile conciliare con una proposta gastronomica giornaliera; in poche parole: meglio ogni tanto, proponendo livelli alti, che tutti i giorni dovendo necessariamente scendere a compromessi con le facilmente immaginabili questioni di tempo e costi.
Ovviamente la nostra visita alla Cantina “Colle Picchioni” ha previsto anche la degustazione dei vini aziendali, che si è svolta all’aperto, immersi nel verde del parco circostante la struttura, accompagnata da una lunga, gradevolissima, illuminante e istruttiva chiacchierata con Valerio, Rosario e rispettive compagne.
Riportiamo qui di seguito una breve descrizione delle sei etichette che hanno riempito i nostri calici:
– Lazio IGP “Mèva” 2021 (Malvasia Puntinata 85% e Chardonnay 15%); titolo alcolometrico 12,5%: naso delicato e sottile, che richiama fiori e frutta, entrambi “bianchi”, vivacizzati da erbe aromatiche, il tutto su un tappeto minerale; in bocca è fresco, citrino, quasi sapido, equilibrato; chiusura agrumata e gradevolmente amarognola; molto interessante la persistenza, inaspettatamente lunga;
– Lazio IGP “Donna Paola” 2021 (Malvasia Puntinata e Semillon); titolo alcolometrico 12,5%: già all’olfatto la matrice minerale emerge in maniera più prepotente rispetto al precedente, le restanti componenti aromatiche sono invece presenti in un equilibrio molto più delicato; al palato sorprende per freschezza e grandissimo equilibrio; coerenti le delicatissime sensazioni aromatiche gustative;
– Lazio IGP “Le Vignole” 2019 (Sauvignon e Malvasia Puntinata); titolo alcolometrico 12%: naso molto ampio con un insieme di sensazioni eteree che ricordano lo smalto, l’orzo, la caramella Rossana, un po’ di vaniglia e una mineralità evoluta nel vago ricordo di idrocarburo; incredibilmente coerente la parte gustativa, resa ancor più viva da generose dosi di freschezza e sapidità;
– Lazio IGP Cesanese 2021; titolo alcolometrico 13%: giovane e fruttato al naso, caratteristiche insolite per il vitigno; in bocca conferma quanto promesso all’olfatto, con l’aggiunta di una gradevolissima freschezza (sarebbe interessante provare a servirlo con qualche grado di temperatura in meno rispetto a quella solitamente consigliata per la tipologia…);
– Lazio IGP “Perlaia” 2021 (Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, altri); titolo alcolometrico 13,5%: naso ampio e interessante con riconoscimenti tipici di peperone verde, chiodi di garofano, pepe nero e ciliegia scura; al palato regala freschezza e un tannino ben presente ma non spigoloso;
– Lazio IGP “Il Vassallo” 2019 (Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc); titolo alcolometrico 14%: refoli balsamici al naso, accompagnati da spezie scure e sottobosco; ancor più evidente la nota tannica molto ben integrata con le altre componenti.
Contatti
Via Colle Picchione 46
Marino (RM)
Telefono: +393331963261
Email: info@collepicchioni.it
https://www.collepicchioni.it/
https://www.facebook.com/collepicchioni/
Questa recensione della visita alla Cantina “Colle Picchioni” è rappresentativa della nostra esperienza e vuole semplicemente essere una fonte di informazioni oggettive, priva di considerazioni personali, con lo scopo di fornire indicazioni utili per gli enoturisti.
Lo Staff di inCantina
La pagina del nostro “Diario di (eno)Viaggio” dedicata alla cantina “Colle Picchioni”
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