Breve descrizione dell’azienda
L’Azienda Agricola Barracco Francesca insiste per quasi 12 ettari su due contrade (c/da Roccazzo e C/da Minenno), di cui poco più di 10 ettari coltivati a vigneto e poco più di 2,6 a uliveto. L’odierna azienda nasce dall’unione di due famiglie storiche di Mazara del Vallo i Barracco e i Maiale. La famiglia Barracco, proprietaria da generazioni dei vigneti di C/da Roccazzo, che l’Avvocato Franco Barracco, padre di Francesca, persona in vista e insignito del titolo di Podestà di Mazara del Vallo. La C/da Minneno viene trasmessa in eredità dalla famiglia della madre della Signora Francesca, la Sig.ra Triestina Maiale. Quest’ultima famiglia ha una storia secolare nella produzione di vino, e in particolare del Marsala, qualità superiore Garibaldi, di cui si ha notizia e testimonianze fin dai primi dell’ottocento. Tuttavia, per la mancanza di continuità nella successione alla gestione della produzione del vino e del Marsala, quest’ultima tradizione, è stata interrotta per molti decenni fino a quando il figlio della Sig.ra Barracco, Roberto Bruno, nel 2012 in seguito alla morte del padre, e l’anno seguente dello zio Giovanni (fratello di Francesca), lascia la sua professione di avvocato e si trasferisce da Milano a Palermo per assumere la conduzione dell’azienda agricola, di proprietà della madre Barracco Francesca e dei suoi tre cugini Laura, Franco e Silvia Barracco. Dal contatto tra Roberto e il mondo del vino naturale, nasce così l’idea di ritornare a produrre vino, ma con un approccio differente al passato. Il predetto contatto col vino “naturale”, avvenuto negli anni precedenti durante le numerose fiere, cui ha partecipato, induce Roberto a imprimere al vino una sua specifica identità in tal senso. Dalla stretta collaborazione con l’agronomo Ennio Gugliotta, nasce così l’idea di produrre vino “naturale”, valorizzando, in particolare, una porzione di vigneto, costituito da vecchie vigne di 55 anni e oltre, di uve catarratto.
Principi e idealità del produttore: La filosofia aziendale si fonda principalmente sul “rispetto” per la natura, in primo luogo, durante la coltivazione dell’uva e, in secondo luogo, per il cliente, che deve ritrovare nel bicchiere la tipicità del vitigno, senza incorrere in nessun spiacevole effetto collaterale. Per quanto attiene al primo aspetto, la coltivazione della vigna, sebbene l’azienda sia già in regime biologico già dagli anni 90, una delle prime nella zona di Trapani, gli interventi nel vigneto si limitano allo “stretto necessario” con l’uso di zolfo e rame in minime quantità e solo in presenza di condizioni, che lo richiedano. Ma soprattutto, si intende perseguire l’obiettivo di ricostituire quella bio-diversità e quell’eco sistema di flora e di fauna, che consente alla vite di trarre nutrimento e all’occorrenza una difesa in modo del tutto spontaneo. La stessa filosofia viene applicata in fase di vinificazione, ove la fermentazione delle uve avviene in modo del tutto spontaneo tramite i lieviti, che, naturalmente sono presenti nel vigneto. Seguono esclusivamente piccoli interventi manuali dell’uomo come i travasi e i rimontaggi, facendo riferimento anche al calendario di Thun (basato sulle fasi lunari e sui movimenti e posizioni dei pianeti, che influenzano la coltivazione delle piante e la fase di vinificazione). E’ quindi escluso l’ausilio di agenti e/o sostanze chimiche e anche l’uso della solforosa è limitato al minimo prima dell’imbottigliamento (20 mg/l circa). Ciò spiega l’assenza della figura dell’enologo e la maniacale cura e attenzione che ci mettono l’agronomo e il vignaiolo in fase di coltivazione. Soltanto da un’uva sana e accuratamente selezionata, che presenti specifiche caratteristiche, e da una minuziosa attenzione in fase di vinificazione, può nascere un vino “naturale” di qualità. Ciò inevitabilmente si riflette in un’attenzione per il cliente, che beve un prodotto naturale. Ulteriore aspetto principale della filosofia aziendale è l’impronta data dal produttore, che si traduce nella “bevibilità” dei vini di Barracco Francesca. I bianchi si attestano su un titolo alcolometrico del 12% e i rossi sul 13%, senza rinunciare a quella complessità e personalità che un vino di qualità deve necessariamente possedere. Il cliente deve bere un bicchiere e deve trarre piacere dal vino.
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