Ciociaria Naturale: intervista ad Amedeo Iafrati

Ciociaria Naturale

Quarto appuntamento con la rubrica “inCantina intervista”: ospite Amedeo Iafrati, che ci parlerà dell’Associazione Ciociaria Naturale della quale è presidente

Questo quarto appuntamento con la nuova rubrica “inCantina intervista” ha come protagonista Amedeo Iafrati, presidente dell’Associazione Ciociaria Naturale. Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare qualcosa su questa interessante realtà, nata all’inizio del 2022 dall’unione di dieci vitivinicoltori che producono i loro vini nella parte sudorientale del Lazio, nella provincia di Frosinone.
Preferiamo non aggiungere altro così da non rischiare di anticipare temi e argomenti che saranno affrontati nel corso dell’intervista.
Buona lettura.

Salutiamo Amedeo Iafrati e lo ringraziamo di aver dedicato un po’ del suo tempo per questa intervista.
Amedeo, per introdurre gli argomenti che tratteremo in seguito, e a beneficio di chi non la conosce, potrebbe raccontare brevemente la sua storia e descrivere cortesemente la sua attività?

Tutto parte dall’infanzia: da bambino di 6 anni ero parte di una famiglia operante nell’ambito del vino, lì mi sono inconsciamente innamorato di quel mondo. Poi però ho seguito una strada di vita diversa fino a quindici anni fa quando in un terreno acquistato ho iniziato a piantare i primi ceppi. Pian piano il vigneto è cresciuto fino a un ettaro (non di più). Abbiamo cominciato a fare vino con Syrah, Malvasia del Lazio e Riesling. Poi abbiamo impiantato altri vitigni autoctoni. L’azienda è condotta interamente da Graziella (mia moglie e titolare dell’impresa) e me. Lavoriamo sodo e protesi a realizzare prodotti di qualità con le nostre uve. Abbiamo sempre lavorato senza prodotti di sintesi, con concimi (laddove si presentasse la necessita dell’utilizzo) rigorosamente biologici e alla stregua del naturale in cantina.

Tra le altre cose, lei è anche il Presidente di “Ciociaria Naturale”. Ci spiegherebbe come e quando nasce questa Associazione e quali sono gli scopi e le finalità che si prefigge?
L’associazione nasce dall’idea di promuovere la Ciociaria in tutta la sua bellezza attraverso vino ed enoturismo. L’idea di valorizzare la natura attraverso regole rigide e ben definite alle quali i produttori facenti parte dell’associazione aderiscono senza difficoltò anzi, piuttosto con l’orgoglio della consapevolezza di far parte di una storia che si sta scrivendo tramite il nostro vino.

Può farci una rapida carrellata delle dieci aziende consociate?
Carlo Noro
La Visciola
Maria Ernesta Berucci
Palazzo Tronconi
Aurete
D.S. bio
Vitivinicola Cioffi
I Ciacca
Fra i Monti
Il vecchio poggio

L’Associazione è aperta all’iscrizione di nuovi soci? In caso affermativo, quali sono i requisiti richiesti per entrare a far parte di Ciociaria Naturale?
Al momento stiamo cercando di fare squadra e coesione fra noi e soprattutto di impostare il cammino dell’associazione. Più avanti sicuramente apriremo ad altre aziende che aderiscono allo statuto e al disciplinare.


Ciociaria Naturale - I protagonisti Una rapida carrellata delle dieci aziende consociate a “Ciociaria Naturale”: Carlo Noro, La Visciola, Maria Ernesta Berucci, Palazzo Tronconi, Aurete, Ds Bio, Vitivinicola Cioffi, I Ciacca, Fraimonti, Il vecchio poggio
(Amedeo Iafrati, estratto dall’intervista)

Che tipo di offerta ricettiva propongono le dieci Cantine affiliate? Sono aperte ai visitatori per degustazioni e tour guidati in vigna e/o in cantina?
La proposta ricettiva si basa sicuramente su visite guidate e degustazioni, qualcuno offre anche ospitalità. Sono cantine aperte agli enoturisti, quasi sempre su prenotazione, per degustazioni e tour guidati.

Può, a suo parere, l’enoturismo rappresentare un “gancio”, se non addirittura un traino, per un genere di attività turistica più ampia della quale, attraverso un opportuno indotto, possa beneficiare l’intero territorio ciociaro?
Si. Stiamo collaborando, anche fattivamente, con altri esercizi turistici proprio per creare una coesione al fine di incrementare l’offerta turistica generale della Ciociaria tutta.

Quali canali intendete usare per farvi conoscere, farvi promozione, raccontarvi e portare all’attenzione degli enoturisti tanto la realtà di “Ciociaria Naturale” quanto quella dei singoli soci?
Lavoriamo molto con i social come Instagram, dove come associazione abbiamo in breve raggiunto 1000 followers; siamo tuttavia molto seguiti, con curiosità e ammirazione, dal mondo dell’eno-offerta di Roma e dintorni.

La Ciociaria non è certo tra le regioni geografiche più note d’Italia eppure all’interno dei suoi confini ci sono borghi e comuni ricchissimi di storia (anche molto antica), meravigliosi tesori culturali e naturali, antiche tradizioni popolari ed enogastronomiche. Le andrebbe di “dipingere per noi un quadro” di questo territorio così da regalarci un’idea, anche solo accennata, della sua bellezza e ricchezza?
La culla della genuinità e della cultura contadina, dove ogni angolo sprizza storia e la natura si esprime senza forzature, con semplicità e imbarazzante bellezza; l’imbarazzo viene proprio dalla poca notorietà che le viene attribuita.


Ciociaria Naturale - Il Territorio La [Ciociaria è la] culla della genuinità e della cultura contadina, dove ogni angolo sprizza storia e la natura si esprime senza forzature, con semplicità e imbarazzante bellezza
(Amedeo Iafrati, estratto dall’intervista)

Avete in programma di realizzare uno o più eventi “corali”, se così vogliamo chiamarli, magari durante la bella stagione, ai quali partecipare tutti e dieci insieme, dando così la possibilità ai visitatori di conoscervi direttamente e degustare i vostri prodotti?
Abbiamo già realizzato alcuni eventi “corali” e ne faremo ancora proprio per il successo che si è riscosso. Abbiamo molti progetti in serbo ma dobbiamo prima consolidarci come associazione, fare corpo e creare interessi comuni. Naturalmente percorsi enoturistici sono tracciati e tracciabili a seconda delle esigenze dei visitatori, ognuno di noi ha la sua particolarità, la sua bellezza, la sua genuinità, i suoi vini e la sua offerta enoturistica.

Qual è il motivo che vi ha spinti a puntare così fortemente sul concetto di “Naturale”, al punto da scegliere di inserire il termine nel nome della vostra associazione?
Lo stile di vinificazione che ci contraddistingue, la voglia di restituire dignità e qualità al Lazio vitivinicolo

Ultimamente si discute molto sul tema dei cosiddetti “vini naturali” che si contrappongono a quelli “tradizionali” (anche se entrambe i termini, a nostro avviso, sono troppo spesso usati impropriamente). Le argomentazioni, da una parte e dall’altra, sono più o meno note (evitiamo di riportarle altrimenti la domanda diverrebbe lunghissima) e non sempre appaiono così solide come qualcuno vorrebbe far credere. Qual è il punto di vista di Ciociaria Naturale in merito?
Non esistono argomentazioni, degne di nota, che possano contrapporre i vini Naturali ai vini convenzionali. Al gusto e all’olfatto sono sullo stesso piano per coloro che non fanno caso a determinati aspetti della degustazione. La differenza è nella etica del produttore e nei prodotti aggiunti (o meglio NON aggiunti); nel basso (a volte anche nullo) quantitativo di solfiti aggiunti

Amedeo, in veste di produttore, secondo lei come si deve lavorare (in vigna e in cantina) per far sì che il vino prodotto possa esser definito “di qualità”?
Accompagnare la natura, senza forzature, a renderci un prodotto che valga la pena di mettere nel piatto e nel calice. Massima cura e pulizia in cantina e interventi limitati ma molto mirati in vigna. 


Ciociaria Naturale - Vite Accompagnare la natura, senza forzature, a renderci un prodotto che valga la pena di mettere nel piatto e nel calice
(Amedeo Iafrati, estratto dall’intervista)

Per completare il discorso: al di là del gusto soggettivo, esistono dei parametri oggettivi che permettono di valutare il livello di qualità di un vino. Quali sono, secondo lei, quelli più importanti, imprescindibili?
A mio avviso la pulizia (al palato) di un vino è un imprescindibile sintomo di qualità.

Ha specificato “al palato”; intende che il riconoscimento della “pulizia olfattiva” di un vino tende ad assumere connotati più soggettivi, se così vogliamo dire?
Ho specificato (al palato) ma non volevo indicare un punto del corpo, volevo più semplicemente indicare un contesto temporale che vuole comprendere tutto ciò che riguarda il momento della degustazione.

Un’espressione che va molto di moda nell’ultimo periodo è “vini che rappresentano/raccontano il territorio”. In che modo, secondo lei, si deve operare (in vigna, in cantina, in post-produzione…) affinché una bottiglia sia davvero espressione del territorio dal quale nasce? E come si fa, secondo lei, a veicolare questo concetto fino al consumatore meno esperto ma pur sempre amante del vino?
Non occorre molto, se il lavoro in vigna è ben fatto, senza le forzature di cui si parlava prima, e se il lavoro in cantina tende al non interventismo, sicuramente il vino riporterà il territorio; la scelta degli invecchiamenti pre-imbottigliamento deve essere curata proprio al fine di esprimere al meglio/esaltare il territorio.

Per completare la risposta: secondo lei, per veicolare questo concetto fino al consumatore finale è necessario che quest’ultimo vada a trovare il produttore in cantina, così da “toccare con mano” il Territorio, oppure ci sono altri tipi di comunicazione efficaci?
La disponibilità e l’apertura di un “artigiano del vino” è proprio la cartina al tornasole della genuinità e della schiettezza dei suoi vini. Tutti i vignaioli veraci sono orgogliosi di mostrare il frutto del loro lavoro.


Ciociaria Naturale - l'Evento (Come Associazione Ciociaria Naturale) abbiamo già realizzato alcuni eventi “corali” e ne faremo ancora proprio per il successo che si è riscosso. Abbiamo molti progetti in serbo ma dobbiamo prima consolidarci come associazione, fare corpo e creare interessi comuni
(Amedeo Iafrati, estratto dall’intervista)

I vini del Lazio stentano a trovare spazi degni di nota nelle carte dei vini, negli scaffali delle enoteche e nell’informazione di settore. La causa solitamente si attribuisce alla poco lusinghevole nomea figlia di lunghi decenni di produzioni di grandissima quantità e scarsa qualità, tipica della vecchia tradizione.
Eppure da oltre vent’anni moltissimi produttori hanno dato un’importante svolta qualitativa alla propria attività e i risultati sono evidenti. Ciononostante la considerazione a livello nazionale (ma anche, triste dirlo, locale) che si ha dei prodotti enologici laziali è più o meno sempre la stessa.
Cosa si sta sbagliando, secondo lei? In che modo si può invertire questa tendenza? Perché altre regioni partite più o meno allo stesso livello del Lazio (Abruzzo, per esempio, ma anche Campania, Umbria, ecc.) hanno ottenuto, già da tempo, risultati diversi, importanti?
Nel Lazio manca la volontà di collaborare e di anteporre il bene comune al proprio; raramente si pensa che il bene dell’altro si riflette positivamente sulle nostre aziende.

Grazie all’esperienza da enoturista prima, e all’attività svolta con il nostro portale inCantina poi, ho potuto apprezzare di persona come molte regioni italiane siano oggetto di un’opera di promozione, più o meno importante, da parte dei Consorzi di tutela, Enti Locali, Strade del Vino e Associazioni di categoria varie. Perché, secondo lei, nella nostra regione ciò accade assai di rado (ammesso che accada) e sicuramente in maniera molto poco determinata/determinante?
Per il motivo sopra menzionato.

Sulla base della sua esperienza, quali potrebbero essere i motivi per i quali nella nostra regione è così difficile trovare produttori predisposti a “fare gruppo”, a remare tutti nella stessa direzione, a organizzare eventi di comune accordo e a ragionare da “squadra” (voi di Ciociaria Naturale siete una bellissima quanto inaspettata eccezione) in ottica di valorizzazione del territorio e dei relativi prodotti (vini), investendo così in un’attività che a medio termine porta sicuramente frutti e risultati utili per tutti?
Come sopra. Ciociaria Naturale deve fare da esempio: tutti i produttori devono parlare e chiarire sempre eventuali malintesi, non trascurando la propria azienda bensì mettendo i problemi nel calderone insieme alle soluzioni, così ogni problema troverà la sua soluzione.

Un paio di domande con le quale ci piace spesso concludere le interviste e che riguardano i gusti personali dell’intervistato. Potrebbe dirci, cortesemente, qual è il suo vitigno preferito in veste di vignaiolo/produttore e quello invece in veste di consumatore/amante del vino (e spiegarci i perché)?
Ho scoperto come produttore il vitigno Syrah, probabilmente il matrimonio con il territorio ha partorito un eccellente prodotto del quale vado fiero. Prima che producessi vino sicuramente il vitigno che più volentieri degustavo era l’Aglianico, ho sempre avuto un debole per vini forti e decisi dal gusto profondo e tannino graffiante.


Ciociaria Naturale - Il Terreno […]se il lavoro in vigna è ben fatto, senza le forzature di cui si parlava prima, e se il lavoro in cantina tende al non interventismo, sicuramente il vino riporterà il territorio
(Amedeo Iafrati, estratto dall’intervista)

Al netto di quelli da lei prodotti, quale tipologie di vini ama più consumare e solitamente dove effettua i suoi acquisti (enoteca, online, grande distribuzione, direttamente dal produttore, ecc.)?
Senza dubbio alcuno: direttamente dal produttore (che devo necessariamente conoscere) e se passando in enoteca (cosa tutt’altro che frequente, a parte quando consegno i miei vini) trovassi qualche etichetta interessante non baderei a spese. Conosco il valore del vino e del lavoro dell’uomo.

La riproduzione, anche parziale, di questo testo è vietata.
Questa intervista è stata realizzata da inCantina che ha ricevuto l’autorizzazione a pubblicarla, esattamente così come riportata nell’articolo, direttamente da Amedeo Iafrati presidente dell’Associazione Ciociaria Naturale.



Per maggiori dettagli sull’Associazione Ciociaria Naturale e su quanto Amedeo Iafrati ci ha raccontato in questa intervista:
https://www.facebook.com/ciociarianaturale