Lunedì 26 giugno 2023 – quarantesima pagina del nostro “Diario di (eno)Viaggio”: evento di presentazione presso Cantina Colle Picchioni (RM)
Lunedì 26 giugno 2023, presso la Cantina Colle Picchioni di Marino (RM), si è tenuto un evento esclusivo e riservato agli operatori del settore durante il quale sono state presentate le tre neonate etichette dell’azienda e le nuove annate dei vini che invece sono già in produzione da diversi anni.
inCantina ha ricevuto il cortese e apprezzato invito a partecipare che con molto piacere abbiamo accettato.
Il caro amico Alessandro Tellini, che tante volte mi ha accompagnato nelle varie esperienze enoturistiche che ci hanno visti protagonisti in giro per il Lazio (e non solo), questa volta se l’è dovuta cavare da solo, poiché impegni lavorativi pregressi mi hanno purtroppo impedito di esser presente alla giornata.
Di seguito trovate il racconto della sua esperienza, come sempre scritto con il suo infondibile (quando non incomprensibile) stile, al quale ormai siamo piacevolmente abituati e che, ammettiamolo, se dovesse mutare in qualcosa di più “ortodosso” ci farebbe restare male, molto male.
Buona lettura.
Lunedì 26 Giugno, primissimo pomeriggio.
Grande Raccordo Anulare. Versi cantati riecheggiano nella mente e dentro di noi… epperò so’ sbajati! Sapevatelo su Raccordo Educational.
Il caldo non è poco e la piccola utilitaria che ci trasporta, facendo del suo meglio, ci lascia ascoltare la musica senza troppe preoccupazioni mentre ci dirigiamo verso il Lago di Albano (o Castel Gandolfo che dir si voglia), lasciando alle nostre spalle l’altro Lago, quello di Bracciano, da cui siamo partiti.
Questa volta non sono in compagnia di Alessio che per cause di forza maggiore ha dovuto, in tutta incoscienza, lasciare il testimone di inCantina al sottoscritto con il compito aggiuntivo di narrarvi le emozioni vissute.
La destinazione è la cantina Colle Picchioni – che abbiamo avuto la fortuna di aver visitato e raccontato nella venticinquesima pagina del Diario di (eno)Viaggio – e che in questa occasione ci ha fatto pervenire un personale invito per l’evento di presentazione in anteprima (e in esclusiva per gli addetti ai lavori) di tre nuove etichette (e delle nuove annate dei vini già in produzione; N.d.R.).
Lasciando l’Appia Nuova per via Colle Picchione incontriamo l’ultimo ostacolo di questo viaggio, dopo il traffico dovuto a un incidente sul G.R.A., che ci ha “bruciato” tutto il tempo che avremmo voluto dedicare a una veloce puntata a una fraschetta per predisporre al meglio i nostri stomaci alla degustazione dei vini che sarebbe iniziata alle ora 14:00 (sì, ma non si capisce quale sia stato questo ultimo ostacolo; N.d.R.). Inoltre, la mia piccola utilitaria ha anche lei sofferto il caldo, in coda sul Raccordo con il sole a picco e il condizionatore che faceva quello che poteva… con buona pace dell’amico che mi stava accompagnando.
Arriviamo in cantina (strano, queste parole mi ricordano qualcosa) in perfetto orario ma con le pance vuote visto che avevamo fatto in tempo a fare solo la prima colazione (Pipino e Merry non sarebbero orgogliosi di noi); veniamo accolti da Jean Luc, che già conoscevo per averlo incontrato in un altro paio di occasioni e, sbrigata la questione logistica del parcheggio, possiamo ufficialmente dare inizio all’evento essendo tra i primi arrivati.
Salutiamo Laia, Rosario, Monica e Catia, i quali dopo averci dato il benvenuto tornano a gestire l’evento, e siamo quindi nelle sapienti mani di Jean Luc che in questa prima fase ci fa sistemare a un tavolino all’esterno ma sotto la preziosa ombra di un albero.
Ci accomodiamo, ci dissetiamo (ma solo perché ce lo ha ordinato il dottore) e cominciamo una lunga chiacchierata con la nostra guida che ci racconta alcune novità sulla politica commerciale inerente la distribuzione dei prodotti della cantina. Troviamo un primissimo e gradito conforto in un calice di “Méva 2022” (IGP Lazio Bianco) che a causa del grande caldo è evaporato a una velocità impressionante, lasciandoci prematuramente con il bicchiere vuoto in cerca di anima gemella.
A seguire ci viene versato un calice di “Donna Paola” (IGP Lazio Bianco) che viene accompagnato da una frittura di verdure pastellate che aiuta molto la convivialità e la favella, ergendosi inoltre a un primo ed efficace rimedio contro la fame, la sete e i disagi dovuti alle disavventure di viaggio.
L’evento è appena agli inizi, Jean Luc ci racconta che Colle Picchioni sta “ripartendo da casa”, per usare le sue parole, riappropriandosi della gestione commerciale delle etichette, precedentemente affidata in buona parte a un parco distributori, e mettendoci come si sul dire la faccia per riportare i propri prodotti in primis nei territori intorno alla cantina, per poi ripartire con una conduzione più controllata delle operazioni, anche per avere più contezza dei mercati di destinazione.
Dopo un primo spostamento di tavolo, per inseguire l’ombra degli alberi, arriva la prima novità: “Hekos 2022” (IGP Lazio rosato) che viene vinificato da uva Giulia in purezza (antico vitigno a bacca rossa tipico della Valle del Comino, zona di confine dell’alto Lazio; N.d.R.) e affinato in acciaio; questa prima piccola produzione è stata di circa 300 bottiglie, con l’obiettivo di arrivare a un massimo possibile di 1000. Prima di proseguire, e dopo un secondo spostamento sempre alla ricerca dell’ombra, ci viene proposto di traslocare all’interno di un patio/veranda coperto da un meno aulico, ma decisamente più efficace, porticato. Ci sediamo a un lungo tavolo, dove altre tre persone stanno degustando le etichette di Colle Picchioni; inutile dire che il nostro tentativo di non essere “molesti” è miseramente fallito: l’atmosfera conviviale e amichevole che si è subito creata, spinta sulle ali dell’alcol che cominciava a farsi sentire, ci ha aperto subito a chiacchiere, battute e finanche a qualche scambio serio sui vini che stavamo bevendo (ma guarda come si va a finire). A raccontarci la seconda novità è sempre Jean Luc: “Lazio IGP Chardonnay 2022” (anch’esso in purezza e affinato in acciaio) che nelle intenzioni di Valerio Di Mauro (attuale proprietario ed enologo, tra le altre mille attività che svolge per la sua cantina) si dovrebbe avvicinare allo stile dello Chablis, con una bevuta complessa, destinato a occupare un posto in alto nella classifica dei prodotti aziendali e diventare così una delle etichette bandiera della Cantina. Mentre lo assaggiamo ci viene detto che al momento il vino ha trascorso circa tre mesi di affinamento in bottiglia mentre per farlo esprimere al meglio sarebbero necessari almeno ulteriori 3 o 4 mesi.
Scambiamo qualche parola anche con Catia, che passa per controllare che tutto vada bene e per prendere o portare qualche bottiglia, ma oramai la combriccola del tavolo (che non è quella del Blasco) è in pieno brainstorming: assaggi, confronti, battute e risate come solo persone che non si conoscono, ma che trovano modo di passare convivialmente un pomeriggio sotto il comune denominatore del buon vino, sanno fare.
Si conclude l’assaggio dei vini bianchi con “Le Vignole 2020” (IGP Lazio bianco) che ci viene proposto in abbinamento con un formaggio erborinato con il quale si sposa molto bene; nell’occasione siamo costretti a “difendere” goliardicamente la bottiglia per poter fare qualche foto prima di farla girare tra gli ospiti della cantina.
Il pomeriggio trascorre sereno e gioviale, la temperatura esterna si abbassa e le risate aumentano anche con l’aumentare dei calici che ci vengono offerti e che noi con grande “spirito” di sacrificio degustiamo cercando di apprezzare gli aromi e i sapori. Anche Rosario passa a sincerarsi che tutto vada al meglio e per qualche istante diviene parte della tavolata, come se fosse stato seduto con noi per tutto il tempo. Con il calo della temperatura, in questo tardo pomeriggio estivo, si rende necessario passare all’assaggio dei rossi e partiamo subito con la terza novità: “Méva 2022” (IGP Lazio Rosso) che quest’anno è ottenuto da uve Merlot in purezza (mentre in precedenza era figlio del vitigno rosso autoctono per eccellenza del Lazio, il Cesanese; N.d.R.) per una bevuta facile e pulita. A questo punto comincia uno scambio di bottiglie con gli altri “contavolinei” (o contavolieri? N.d.R.) e si finisce per unire i due gruppi senza soluzione di continuità. Abbiamo anche la fortuna di essere allietati dalle note jazz suonate al pianoforte da un professore di musica che fino a quel momento si era celato sotto le mentite spoglie di assaggiatore di vino.
Arriva il momento del “Perlaia 2022” (IGP Lazio Rosso), un blend tra Merlot e Sangiovese con un tocco segreto che non vi svelerò (perché non te lo ricordi; N.d.R.), credendo poco dopo di esser giunti alla conclusione del percorso degustativo con il rosso di bandiera della cantina il “Vassallo 2020” (IGP Lazio Rosso), un vino che anche a un palato poco educato come il mio regala grandi soddisfazioni.
La sera incombe, il grande tavolo perde i tre compagni di assaggio che abbiamo avuto il piacere di conoscere qualche ora prima, e per noi arriva il momento di fare ritorno a casa… ma proprio sul nascere, questo intento viene soffocato da un ultimo e non previsto assaggio di una ulteriore sorpresa (e novità): “Ginè”, un gin prodotto per la prima volta che fa concludere questa degustazione ottimamente anche a chi come me non è un estimatore di questo genere di distillati.
Stavolta è veramente ora di passare ai saluti e ai doverosi ringraziamenti a coloro che hanno organizzato questo evento permettendoci di trascorrere un pomeriggio alla scoperta e riscoperta non solo delle etichette della cantina Colle Picchioni, ma anche dell’accoglienza e umanità già apprezzate nel corso della nostra precedente visita.
Da bravo soldatino (e posso non citare King e D’Artagnan?) chiediamo qualche bottiglia da portare a casa per noi, oltre a quelle commissionateci da Alessio: Rosario, con l’aiuto di Monica, cortesemente ci prepara i cartoni e dopo aver pagato salutiamo e ringraziamo nuovamente.
La Via Appia ci indica la strada del ritorno. La mia utilitaria non soffre più il caldo del viaggio di andata, la musica ci fa nuovamente compagna tra una chiacchiera e l’altra con il mio non usuale compagno di visite in cantina (ancora? Ma allora sono io…) e penso che, come dice l’adagio popolare, “non c’è due senza tre” e magari riuscirò ad arrecare il fastidio della mia presenza addirittura una terza volta, forse nuovamente con Alessio o addirittura con altra persona che per la prima volta avrà il piacere di vivere quello che vorrei diventasse una piacevole abitudine: la visita a Colle Picchioni, sia essa per puro piacere che in seguito a un invito di partecipazione a qualsivoglia evento.
Stavolta “inCantina” (oh che strano, a volte ritorna) è stata orfana di Alessio e quindi della “parte studiata” (tradotto: colui il quale si dedica maggiormente alla descrizione tecnica dei vini degustati; n.d.R.); pertanto, per avere anche il racconto approfondito di quello che si può trovare nei calici riempiti con i vini presentati all’evento organizzato da Colle Picchioni, dovrete aspettare che il sopracitato assaggi le bottiglie acquistate e scriva la parte che gli spetta in questo articolo.
Contatti
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Marino (RM)
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