24 gennaio 2023, trentaquattresima pagina del “Diario di (eno)Viaggio”: giornata di enoturismo presso la Cantina “Terre Antiche” di Acuto (FR)
Conclusasi la parentesi Romagnola (vedi la pagina dedicata a “Tenuta Masselina”) torniamo a scorrazzare per le varie lande della nostra regione; in questa occasione ci siamo spostati in Ciociaria, per la precisione ad Acuto, in provincia di Frosinone, nel cuore dell’unica DOCG riservata ai vini rossi del Lazio, quella del Cesanese del Piglio.
Come sempre, vogliamo condividere con voi l’esperienza vissuta e attraverso questa trentaquattresima pagina del nostro diario raccontarvi le emozioni provate durante l’esperienza di enoturismo presso “Terre Antiche“. Il compito, come spesso accade, è affidato al caro amico Alessandro Tellini.
Buona lettura.
Martedì 24 gennaio 2023
Sulla strada per la Cantina “Terre Antiche”, per una nuova giornata di enoturismo, stavolta in Ciociaria. In dirittura di arrivo, o almeno così pensavamo, veniamo raggiunti dalla telefonata di Tonino che cortesemente ci invia un successivo messaggio con la posizione della meta finale (tramite “Google Maps”), così da rendere il tutto più semplice. La nostra fortuna è bendata ma la nostra sfiga ci vede benissimo (citazione quasi musicale) e una bella transenna con tanto di escavatore sullo sfondo ci costringono a una deviazione. “Chiamiamola se vuoi… deviazione”, altro scherzo musicologico, ma lo scherzo è di quasi 5 chilometri in più rispetto al tragitto convenzionale, con tanto di passaggio attraverso un centro abitato (non meglio identificato; N.d.R.) con strada stretta e non proprio “liscia”. Il panorama è molto bello, la velocità di marcia è ridotta quasi a una passeggiata e alla vista scorgiamo molti uliveti, qualche vigna e un territorio che sembra non aver ancora ceduto al logorio della vita moderna (ma chi sono, Mister Citazione?).
Pazienza, navigatore satellitare, navigatore umano, la nostra immancabile ironia e alla fine varchiamo il cancello di Terre Antiche curiosi di scoprire cosa ci attende in questa mattinata di enoturismo.
Veniamo accolti cordialmente proprio da Tonino: saluti e presentazioni di rito, quindi iniziamo la nostra lunga chiacchierata.
Terre Antiche è una piccola cantina, molto giovane ma nata (e portata avanti) grazie ad alcune idee ben chiare e radicate che accomunano il pensiero dei tre fondatori: Tonino, Ambrogio e Michele. Il rispetto per la terra e per il territorio viene espresso tramite l’applicazione dei princìpi della biodinamica (su cui non mi dilungherò), nella coltivazione delle viti (anche se, ricordiamo, la vite si alleva non si coltiva; N.d.R.) e nella trasformazione delle uve in vino senza, tra le altre cose, l’uso di acciaio: vengono infatti usate anfore di terracotta non smaltate, botti di legno autoctono e vasche in cemento per dare al vino la maturazione voluta (e per tutte le operazioni di fermentazione; N.d.R.).
La nostra guida ci invita ad assaggiare dei campioni direttamente dai vari contenitori e notiamo (osservazione che ci viene poi confermata) che nella cantina non c’è nessun tipo di condizionamento climatico e ovviamente nemmeno sui contenitori. Sono altresì presenti alcuni silos in inox ma vengono usati solo e soltanto per esigenze di servizio.
Ci vengono consegnati dei calici vuoti e il racconto di Tonino continua: ci viene anticipato a parole quello che andremo ad assaggiare a breve, ovvero una vino da Passerina che matura in anfora e al quale viene aggiunto (in fase di fermentazione; N.d.R.) una parte di grappoli interi per esaltarne il profumo e il sapore. L’anfora da 500 litri dalla quale viene effettuato il piccolo prelievo è affiancata da altre da 800 litri (ognuna reca inciso un nome proprio di persona, vari affetti di ognuno dei tre soci) e il silenzioso e immobile paragone la fa sembrare addirittura piccola. Con gesti misurati e precisi la nostra guida estrae tanto liquido quanto basta per gli assaggi che ci vengono subito offerti. Nel calice troviamo un vino non ancora pronto ma che ci conferma al naso e al palato “il marchio di fabbrica” della Cantina: si parte dall’uva, di cui ancora si sente l’origine, per finire rispettando i tempi biodinamici al vino fatto e finito.
Abbiamo poi degustato un altro campione di Passerina ma stavolta da un “sempre pieno” in inox con il quale viene gestita la massa in eccesso rispetto alla capacità totale delle varie anfore. Stavolta l’assaggio risulta meno convincente: questo vino ha trascorso in anfora un tempo decisamente ridotto (solo quello necessario al completamento della fermentazione; N.d.R.), risultando di conseguenza meno aromatico al naso e in bocca. Tuttavia le caratteristiche dell’uva sono ben riconoscibili, così come il fatto che ci troviamo di fronte a un gradino evolutivo precedente rispetto al vino in anfora e altrettanto evidente è l’impegno e la volontà nel rispettare la materia prima, aggiungendo il meno possibile e facendo arrivare in bottiglia solo quello che la terra ha donato al grappolo.
Il terzo assaggio è quello di un rosé da Cesanese di Affile in anfora, non ancora in vendita. Anche qui il contenitore dona mineralità che si aggiunge alla freschezza e alla struttura non ancora sviluppata; il bel colore bronzo/ramato è ottenuto senza una vera e propria macerazione sulle bucce.
Passiamo poi all’assaggio dei tre rossi da Cesanese di Affile, declinato in altrettante versioni: “Rubino” con fermentazione in cemento, “Eufonia” con fermentazione in anfora e “Monumento” con fermentazione in botte di castagno (che, è bene sottolinearlo, non vanno a interferire sul risultato aromatico finale). L’idea di fondo che si trova dietro tutte queste procedure di cantina è di presentare un vino in tre diverse declinazioni ma con due fattori comuni: il rispetto dell’uva e la facilità di bevuta per il fruitore.
Finita la degustazione facciamo una passeggiata in vigna potendo così vedere e sentire sotto i nostri piedi l’applicazione dei principi della biodinamica: il terreno è soffice, coperto di erbe e si intravedono i cinque solchi della pratica del ripping. Tonino ci mostra anche la cura con la quale lui e i suoi soci hanno gestito una parte delle vecchie viti di circa 60 anni, preesistenti sui terreni acquistati quando hanno deciso di fondare la cantina. La nostra esperienza di enoturismo in Ciociaria volge al termine: lasciamo la nostra guida a un suo impegno di lavoro, lo salutiamo e lo ringraziamo di averci dedicato un po’ del suo tempo per farci entrare nella realtà di Terre Antiche. Abbiamo comprato alcune bottiglie che degusteremo, come suggerito da Tonino stesso, per conoscere finalmente il profumo e il gusto finale dei vini, avendo in più contezza di un passo intermedio della lavorazione che ci ha fatto vivere il rispetto che Tonino e i sui soci mettono nel loro lavoro.
Una ottima giornata di enoturismo, con un bel sole, del buon “quasi vino” e la preziosa compagnia di chi ci ha ospitato il quale ci ha raccontato e mostrato come una piccola cantina, quale Terre Antiche è, possa produrre vino rispettando al massimo la natura e i sui tempi. Ci ricorderemo della lunga e molto piacevole chiacchierata con Tonino quando stapperemo le sue bottiglie, della passione che traspare dalle sue parole quando ti serve i campioni di vasca, della sua gioia (mista a orgoglio) quando ti mostra i vigneti di oltre mezzo secolo di età e… se capiterà in futuro l’occasione, saremo ben lieti di poter tornare su queste Antiche Terre.
Contatti
Via Forzano 12 (Macerie)
03010 Acuto (FR)
+39 328 29 98 397
info@terreantiche.srl
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La recensione della visita a “Terre Antiche”
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