Enoturismo in Abruzzo: Bosco Nestore

Bosco Nestore enoturismo

Giovedì 11 agosto 2022, tredicesima pagina del nostro “Diario di (eno)Viaggio”: giornata di enoturismo presso Cantina Bosco Nestore (Collecorvino, PE)

Tredicesima pagina del nostro “Diario di (eno)viaggio” e terzo capitolo del mini-eno-tour in terra d’Abruzzo. Lasciata “Tenuta del Priore” di Collecorvino (PE) passo a raccontare il meraviglioso pomeriggio di enoturismo trascorso presso la Cantina Bosco Nestore di Nocciano (PE).
Seguiranno altre due pagine dedicate alle aziende visitate il 12 agosto 2022: Cantine Mucci di Torino di Sangro (CH) e Tenuta Oderisio di Monteodorisio (CH).
Come sempre, nel raccontarvi i vari momenti vissuti, procederò in ordine cronologico, accompagnandovi per mano in questo viaggio lungo cinque pagine da sfogliare una dopo l’altra.
Ecco a voi la terza, buona lettura.

Giovedì 11 agosto 2022
La provvidenziale sosta all’ombra di un albero, a ridosso dei filari di Tenuta del Priore, mi ha permesso di riposare un po’ e riorganizzare le idee (si dice così), dopo la ricca degustazione di vini da poco consumata. Un paio di ore, non di più, ed è già ora di rimettersi in viaggio per raggiungere la prossima meta.
L’appuntamento preso con Giovanna della Cantina Bosco di Nocciano (PE) è per le 16:30 ma riesco ad arrivare con qualche minuto di anticipo; il tempo di concederci i saluti di rito, e di trovare il modo di rinfrescarmi un po’ (dannata estate!), che fa la sua comparsa il sig. Nestore, che con sua sorella Stefania rappresenta la quarta generazione alla guida dell’azienda di famiglia.
A differenza di quanto accaduto in mattinata, questa visita non è stata pensata esclusivamente per me e ad accompagnarci sono infatti una coppia di turisti arrivati dal Belgio (ma di origine italiana).
Il sig. Nestore è una guida eccezionale, il valore aggiunto di questo tour di enoturismo, che rende la visita alle antiche cantine Bosco qualcosa di veramente straordinario (aggettivo usato nella sua accezione “originale”); l’enoturista che ha la fortuna di vivere questa esperienza, infatti, si troverà catapultato in un viaggio nella storia, anzi nella memoria, e non solo quella di famiglia ma quella di una comunità intera.
E’ doveroso premettere che le origini di questa azienda agricola risalgono al 1897 e che l’attività, inizialmente, era svolta sui colli nei pressi di Pescara. E’ solo agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso che avviene il trasferimento presso l’attuale sede di Nocciano (PE), evento che dà il via a una serie importantissima di cambiamenti, sia da un punto di vista della produzione che della trasformazione delle uve.
Questa premessa mi è utile per far comprendere la portata di quanto sto per raccontare: concluso infatti l’interessante giro nella cantina di vinificazione dei vini bianchi e in quella dei rossi (ebbene sì, sono due diverse e separate), ed effettuato un passaggio nella profumatissima bottaia (alzi la mano chi riesce a rimanere impassibile “di fronte” all’aroma del vino in elevazione – termine astruso usato solo da noi Sommelier – misto a quelli di spezie dolci e tostatura, tipici delle barrique e dei tonneau), si scende ancora più in basso verso quello che non si può definire se non con il termine di “Museo”. Un percorso che si snoda attraverso un sistema di corridoi sapientemente predisposti e allestiti, procedendo sempre nello stesso verso, senza mai tornare indietro o ripassare in spazi già visitati, fino a giungere al luogo di ritrovo, da dove eravamo partiti, ma uscendo ovviamente da una porta diversa (i progettisti degli Store Ikea non si sono inventati nulla, come si suol dire…). Un totale di 3500 metri quadri “arredati” con mobilio, strumenti, arnesi, attrezzi, suppellettili e simili, di varie epoche e diverse origini, legati alla vita contadina (ma non solo) della famiglia Bosco e dell’intera comunità locale. Senza contare foto e documenti storici relativi alle origine dei vari sigg. Nestore e Giovanni che si sono alternati al “timone” della casata nel corso delle generazioni. Per ognuno degli oggetti la nostra guida aveva pronta una esaustiva descrizione del suo funzionamento e della destinazione d’uso, quando non addirittura un apposito aneddoto. Non poteva mancare la zona dedicata alle vecchie annate conservate nelle bottiglie, alcune talmente vecchie da esser sprovviste di etichetta (anni ’40 e ’50 del secolo scorso), altre un po’ più recenti e ottimamente conservate al punto da poter esser protagoniste, in occasioni speciali, di interessantissime verticali di Montepulciano.
L’insieme di sensazioni ed emozioni vissute all’interno di quel museo sotterraneo portano a sperare che il percorso non finisca mai, che dietro all’ennesima svolta, in fondo all’ennesimo corridoio, ci sia un altro ambiente ricco di storia, e poi un altro e un altro ancora. Ma ogni cosa ha un suo termine, anche quel meraviglioso dedalo di preziosi cimeli la cui funzione non è solo quella di riempire di stupore i visitatori ma anche, e soprattutto, quello di impedire che la memoria dei tempi che furono vada persa per sempre.
Il sig. Nestore ci lascia (momentaneamente) ma il nostro tour di enoturismo dell’azienda Bosco procede in compagnia della simpaticissima e gentile Giovanna che ci fa accomodare a un lungo tavolo di legno posto sotto un pergolato esterno e ci dà il “colpo di grazia” con una ricchissima e appagante degustazione (per i dettagli vi rimando alla recensione) di ben sette vini; lo confesso, la colpa è in parte anche mia, poiché alla domanda “Alessio, cosa ti piacerebbe provare” la mia risposta è stata “Tutto, ovviamente” (in senso figurato, poiché il totale delle etichette prodotte supera le 15 unità). Un ricco tagliere di prodotti locali contribuisce in maniera decisiva a raggiungere la famosa “pace dei sensi”, quantomeno per questa densa e ricca giornata.
Rimane giusto il tempo per qualche acquisto al wine shop, per una chiacchierata finale con Nestore e Giovanna sull’enoturismo e sul suo potenziale (non sono dal punto di vista della Cantina Bosco ma anche in ottica regionale) e per i sinceri e calorosi saluti di rito (con la promessa di un nuovo incontro alla prossima congiunzione astrale propizia).
Ogni ospite dovrebbe capire quando è il momento di togliere il disturbo, e dovrebbe comprenderlo entro e non oltre un determinato tempo; temendo di far correre troppo oltre quell’attimo, decido di rimettermi in macchina, destinazione B&B: necessito di riposare un po’ e riorganizzare le idee (si dice così), poiché l’indomani mattina mi attende una nuova esperienza e una nuova pagina del nostro Diario di (eno)viaggio da scrivere.

Continua…


Leggi la recensione della visita effettuata presso la storica Cantina Bosco Nestore

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